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Screenshot_2025-04-16_alle_11.32.04.pngEra andato all’appuntamento con una donna, a Corropoli, Martino Caldarelli. Una donna che aveva conosciuto on line e con la quale sperava di avere un incontro intimo. E’ una storia con tanti lati confusi, ancora, come confuso è l’ambiente nel quale è maturato l’omicidio del quarantottenne di Isola. Confuso perché maturato in un ambiente di marginalità, di vite affidate agli espedienti. Una vita che non era quella di Martino Cardelli, ma nella quale era caduto perché appunto adescato da una donna e invitato ad un incontro che poi era finalizzato ad una rapina, forse ad un ricatto. Martino è andato, e lì ha trovato la donna e il compagno. Il resto, è la cronaca delle coltellate che l’hanno ucciso, già probabilmente nella serata di venerdì, il giorno stesso della scomparsa, nel corso di una lite scoppiata durante una violenta colluttazione, una lotta con il compagno della donna finita con le coltellate mortali. E’ questo il racconto del delitto, così come presentato in conferenza stampa dal Procuratore Ettore Piccardi e dal Colonnello Pasquale Saccone. Un omicidio che non era nei progetti della coppia, tanto che nel momento nel quale è stata fermata, la donna stava preparandosi a tentare il suicidio. L’uomo, invece, il compagno, che è stato l’autore materiale, A.C. di 45anni, residente a Corropoli ma di origini meridionali, già pregiudicato, dopo il delitto ha riverniciato di nero la Panda di Caldarelli e con quella è andato in giro, fino a provocare una serie di danneggiamenti di auto in sosta a Giulianova e a decidere di darle fuoco, forse per nascondere tracce di dna. Con quell’auto, infatti, è stato probabilmente trasportato il corpo di Cardelli fino al “laghetto nel quale è stato poi gettato, attaccato ad un peso, perché affondasse. E’ stata la donna a confessare tutto e a indirizzare i Carabinieri verso il luogo del ritrovamento. Non era la prima volta che la coppia attirava qualche uomo per poi rapinarlo.