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La “crescita digitale” è l’arma per cambiare l’Italia e la Pubblica amministrazione. Servizi on line, semplificazione per l’impresa e i cittadini, sportelli unici, certificati a casa, trasparenza. Lo chiede il Governo che nella direttiva del 1 dicembre ha tracciato un cronoprogramma molto stringente sugli adempimenti. Nessun ente locale può pensare di affrontare da solo quelli che sono già obblighi legislativi ma sui quali si registrano evidenti ritardi operativi. “Bisogna federarsi – ha sottolineato ieri nel corso dell’iniziativa Trasparenza e Diritti Digitali organizzato dalla Provincia Leandro Gelasi, responsabile dei Sistemi Operativi della Corte dei Conti intervenuto alla giornata sulla trasparenza e diritti digitali organizzata dalla Provincia – per realizzare quelle economie di scala senza le quali si esce fuori dalla storia, si rischiano seri conflitti con i cittadini e sanzioni da parte del Governo”.Provincia e Comuni, come ha sottolineato il presidente Renzo Di Sabatino: “devono stare insieme per superare un gap che è reale, la digitalizzazione è lo strumento con il quale far fare il salto di qualità ai nostri servizi e per migliorare i rapporti con i cittadini e il sistema produttivo: sistema che soffre molto, anche in termini di costi impropri, il ritardo che abbiamo accumulato”. Piergiorgio Possenti, consigliere provinciale delegato, ha disegnato il possibile percorso con i Comuni “un progetto sulla digitalizzazione dei servizi come dei processi, che ci veda insieme anche come centrale d’acquisto e sicuramente come formazione per di dipendenti pubblici”. Il consigliere regionale, Luciano Monticelli, ha sottolineato i rischi “della troppa informazione che si trasforma in nessuna informazione e spesso diventa solo propaganda o sembra fatta apposta per suscitare sentimenti populistici contro la politica e la pubblica amministrazione.La selezione delle informazioni è fondamentale per rendere un servizio utile al cittadino”. Nel laboratorio d’idee pomeridiano presentati i “prodotti digitali” open source e quindi a costo zero realizzati dalla struttura informazione/comunicazione/web che si sta misurando con la progettazione e la realizzazione di “prodotti” digitali (Gianluca Di Carlo, informatico e sviluppatore di applicativi web; Antonella Presante redattrice web; Pina Manente, giornalista, web comunity manager e responsabile sel servizio). Quindi “Open opere pubbliche”, una piattaforma interfaccia (utilizzando hushaby, creata da attivisti politici in Kenia poi diffusasi nel mondo del web con applicazioni specifiche come quella per la segnalazione delle emergenze) per tracciare investimenti e opere pubbliche, lo stato della viabilità e utilizzabile dai cittadini per comunicare con l’ente in tempo reale in caso di emergenze e calamità (già sperimentato con la grande nevicata del 2012 e poi con l’alluvione del 2013); Open bilanci, per la trasparenza totale su come vengono spesi i soldi della collettività; Open data o ancora PartecipaTe la piattaforma elearning per la formazione continua. “Su questi progetti vogliamo lavorare nel 2015 con tutti i settori dell’ente per recuperare il gap che abbiamo sui servizi on line” ha annunciato il dirigente del settore, Piero De Camillis.Tutti prodotti a costo zero per crowdsourcing e partecipazione attiva che possono essere “messi a disposizione dei Comuni” e personalizzati a seconda di specifiche esigenze di ascolto e dialogo con i cittadini; di informazione e comunicazione. Progetti particolarmente apprezzati dal presidente dell’associazione Demos, Carlo Di Marco, docente della Facoltà di Scienze politiche a Teramo che da anni con i suoi collaboratori si occupa di progetti di democrazia partecipata : “Mi pare che rappresentino gli strumenti con i quali saldare i rapporti fra enti e citttadini e sui quali possiamo costruire progetti comuni”. Naturalmente per organizzarsi in maniera digitale e far fronte ai “nuovi” diritti dei cittadini la pubblica amministrazione ha bisogno di formare i suoi dipendenti e ieri un contributo importante è arrivato da esperti “Innovatori PA” Francesca Sensini (IWA Italy, esperta in comunicazione pubblica), Fabio Cristofari e Leandro Gelasi (DGSIA Corte dei Conti), Roberto Scano (Presidente IWA Italy - Accessibilità Web e social media), Barbara Coccagna (teramana e dipendente provinciale oggi “prestata” all’ANAC e collboratrice di Raffaele Cantone) che hanno delineato una serie di percorsi organizzativi possibili. Barbara Coccagna: “la trasparenza non può essere vissuto solo come un adempimento legislativo ma come uno strumento di condivisione con la collettività che genera dati utili e quindi servizi”; Francesca Sensini : “Sono talmente tante le cose che ci vengono chieste che dovremmo essere dei supereroi. Ma non c’è altra strada. Si deve fare, anzi si doveva fare. Come? Intanto puntanto sulle competenze dei dipendenti pubblici al di là degli inquadramenti formali”. Concetto sviluppato da Fabio Cristofori: “Formazione specifica per motivare e costruire la squadra. Partire dalle persone, da quello che sanno fare e vogliono fare. La cultura della digitalizzazione deve diventare la bibbia del manager pubblico”. In tempi di spending review le risorse per innovare sono poche: “per questo ci vuole creatività e impegno. Rivedere tutti i entri di costo, federarsi e mettersi insieme, acquisire da altre amministrazioni pubbliche programmi e progetti già sperimentati” ha chiosato Leandro Gelasi.