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Il contratto di gestione della cabinovia La Madonnina ai Prati di Tivo ancora non è stato sottoscritto tra la Gran Sasso Teramano spa e il consorzio formato da albergatori e dalla Siget, coordinato da Erminio Di Lodovico. L’accordo è tuttora verbale ma, dicono i diretti interessati, verrà firmato a breve. Ma ai Prati manca soprattutto la neve sufficiente a rendere possibile l’apertura dell’impianto. Quello che c’è…anzi, che ci sarà….da domani è l’autorizzazione a girare: l’Ustif, l’autorità di settore, infatti, salirà a Pietracamela per collaudare la seggio-cabinovia. Solo dopo il parere dell’Ustif, La Madonnina potrà rientrare in funzione. Lo ripetiamo: neve permettendo. Intanto, il consorzio, la Gran Sasso Teramano insieme al presidente della Provincia di Teramo, Renzo Di Sabatino, ieri sono stati ricevuti dal vice presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli. E proprio Di Sabatino ha rammentato quanto già inoltrato all’indirizzo del governatore Luciano D’Alfonso, ossia inserire nell’annunciata rimodulazione dei residui dei Fas (non utilizzati) quel 1milione  e100mila euro all’epoca tagliato dalla quota di fondi Fas destinati alla realizzazione dell’impianto sciistico dei Prati e blindati, appunto, per la Provincia. Inizialmente infatti, i Fas assegnati per costruire La Madonnina erano 12,5 milioni di euro. Poi arrivò il taglio lineare e la quota si ridusse a 11,4 milioni di euro. Adesso, in vista della rimodulazione, il presidente Di Sabatino ha chiesto alla Regione di “ridare” quel 1,1 mil. Risorse che, di fatto, non andrebbero a creare liquidità per la Gran Sasso ma sarebbero utili a contrarre la posizione debitoria che la stessa società proprietaria dell’impianto ha maturato nei confronti della Unicredit. La Regione Abruzzo ieri non ha escluso questa eventualità. cabina_madonnina