Si era finto diciottenne, per adescare una “coetanea”, fino ad organizzare un incontro per violentarla. E’ stato condannato a 6 anni e 9 mesi un 45enne originario di Atri ma residente a Pescara, finito sotto processo davanti al Tribunale di Teramo per violenza sessuale aggravata dall’abuso di inferiorità psichica. Tutto è cominciato su “Jaumo”, una chat che rende più facile l’approccio, e soprattutto promette: “Gli appuntamenti dovrebbero essere semplici, divertenti e soddisfacenti. Non blandi, complicati o imbarazzanti. Ecco perché noi siamo qui semplicemente per farti conoscere qualcuno e poi dileguarci in modo che tu possa flirtare per arrivare a scoprire persone, amicizie o anche il vero amore con estrema facilità. Più presenza. Relazioni migliori. Esperienze significative. Queste sono le cose di cui ti importa, e noi ti aiuteremo ad ottenerle”. Per questo la 18enne che vive sulla costa teramana, si era iscritta a “Jaumo”, la chat d’incontri sulla quale aveva conosciuto un “coetaneo” di Pescara, simpatico e affabile, col quale aveva subito stretto amicizia. Un’amicizia che per lei, che ha un problema disabilità cognitiva, con un disturbo del linguaggio, era diventata sempre più intima, fino a passare ad altri social, come Instagram, dove lei e il suo “coetaneo” hanno cominciato a scambiarsi foto hard. Inevitabile arrivare al momento dell’incontro, romanticamente programmata in spiaggia ad Alba Adriatica. Ma di romantico non c’è niente, perché è qui che la ragazza scopre che il suo innamorato non è affatto un coetaneo, ma un 45enne, che non ha alcuna voglia di tenerezza, visto che la violenta in spiaggia, tenendola ferma per le braccia, mentre lei piange e cerca di liberarsi. È solo l’inizio di un incubo: il 45enne comincia a farsi sempre più insistente, pretende un nuovo appuntamento, ma lei rifiuta, così lui la minaccia, dicendole che sarebbe andato a casa sua a mostrare le foto hard ai genitori. Lei però resiste, e riesce a confidarsi con un’amica che l’accompagna a denunciare l’uomo.