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DELFICOSEQUESTRATOLa storica sede del Liceo Classico, Classico Europeo e Musicale “Melchiorre Delfico” è ormai un ricordo. Lo sgombero dell’edificio di Piazza Dante, cuore simbolico ed educativo della città, ha lasciato un vuoto non solo logistico ma anche identitario. Da allora, studenti, docenti e personale si trovano in una condizione di disagio sempre più difficile da sostenere.

Accolti in via emergenziale presso l’Istituto Pascal, la comunità scolastica aveva inizialmente sperato in una sistemazione temporanea. Oggi, però, la realtà è ben diversa: l’istituto potrebbe rimanere nella sede attuale per almeno cinque anni. Uno scenario che impone una seria riflessione sull’adeguamento degli spazi.

Una scuola senza spazi adeguati

Nel vecchio edificio di Piazza Dante, il Liceo disponeva di una ricca dotazione di ambienti didattici: aula linguistica, aula cinema, laboratorio informatico, web radio, biblioteca, laboratori STEM e musicali, carrelli con computer, aule specialistiche. Strumenti essenziali per un’istruzione moderna e completa, oggi perlopiù inutilizzati.

Attualmente, la scuola opera in una situazione di precarietà estrema: manca un’aula docenti, spazi adeguati per l’amministrazione, un ufficio di vicepresidenza e persino ambienti dignitosi per le lezioni individuali di strumento del Liceo Musicale. L’impegno dei docenti nel ricavare spazi anche da ripostigli e angoli abbandonati testimonia una dedizione encomiabile, ma non può bastare.

Il Conservatorio “G. Braga” ha offerto ospitalità ad alcune lezioni musicali, ma l’assenza di una sede stabile e attrezzata ostacola fortemente il normale svolgimento dell’attività didattica. In alcune aree della sede attuale manca persino una connessione internet adeguata, con conseguenze gravi per la didattica digitale e il lavoro amministrativo.

Un patrimonio dimenticato

Non si tratta soltanto di spazi. C’è un’eredità culturale e scientifica che rischia l’abbandono. La sede storica custodiva, e in parte custodisce ancora, un prezioso patrimonio didattico: strumenti di fisica e chimica dell’Ottocento, modellini anatomici e botanici, collezioni zoologiche, campioni mineralogici, e persino una biblioteca storica con opere rare.

Un gruppo di docenti e studenti aveva avviato un progetto di catalogazione e valorizzazione di questo materiale attraverso la creazione di un museo scolastico virtuale. L’iniziativa, avviata con passione e competenza, si è però interrotta con lo sgombero.

Il timore ora è che questo patrimonio venga spostato altrove, lontano dalla comunità teramana e scolastica che lo ha preservato per generazioni. L’archivio storico del liceo, con i fascicoli degli insegnanti dal XIX secolo a oggi, rappresenta una fonte documentale di rilievo per la storia della città. Anche questo materiale merita una sede sicura e accessibile.

Una richiesta concreta e condivisa

La lettera firmata da decine di docenti del “Delfico” non è un semplice elenco di lamentele, ma un appello civile e documentato. Gli insegnanti chiedono:

  • due laboratori (linguistico/informatico e STEM);

  • un’aula docenti;

  • uffici adeguati per la segreteria, la dirigenza e la vicepresidenza;

  • spazi specifici per il Liceo Musicale (sei stanze per lezioni individuali, una per attività orchestrali);

  • un’aula cinema e una per la web radio;

  • servizi igienici accessibili anche agli studenti con disabilità.

Sono richieste minime, fondate, e legittime. Il tutto con la consapevolezza che la coabitazione con un altro istituto scolastico comporta inevitabili difficoltà. Ma lo spirito di adattamento ha un limite, soprattutto quando è la qualità dell’istruzione a essere compromessa.

Conclusione

Il “Delfico” non chiede privilegi, ma rispetto: per la propria storia, per il lavoro quotidiano di decine di professionisti, per i diritti degli studenti. È urgente che le istituzioni – Provincia, Comune, Ufficio Scolastico – si attivino per offrire risposte e soluzioni, evitando che una scuola d’eccellenza venga marginalizzata.

Una scuola è molto più di un edificio: è una comunità, una memoria, un motore di futuro. Ed è responsabilità di tutti proteggerla.