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Questa mattina, all’Auditorium del Parco della Scienza di Teramo, andrà in scena una delle manifestazioni più partecipate del calendario culturale abruzzese: la giornata conclusiva delle Giurie Popolari del Premio Nazionale di Cultura Benedetto Croce di Pescasseroli. Circa 500 persone da tutta Italia — studenti, lettori, detenuti, universitari della terza età — arriveranno per discutere, dibattere e raccontare la loro esperienza di lettura. Una vera festa della cultura. Ma non quella di Teramo. Già, perché mentre il Premio Croce celebra il suo dinamismo “dal basso” e il suo radicamento nei territori, il Premio Teramo per la narrativa inedita, storica gloria culturale della città, è ormai sparito dai radar. Nessuna data, nessuna edizione, nessun rilancio. Silenzio. Eppure, è la stessa città che oggi spalanca le porte — e con grande entusiasmo istituzionale — a un'iniziativa altrui, proveniente da Pescasseroli. Dov'è finito il Premio Teramo? È la domanda che ogni cittadino con un minimo di memoria storica dovrebbe farsi. Nato nel 1959, ha visto vincitori e finalisti del calibro di Dacia Maraini (oggi ironicamente ospite a Teramo per il Premio Croce), Gesualdo Bufalino, Luigi Malerba, Michele Prisco. Un tempo punto di riferimento per la narrativa italiana, oggi cancellato dalla memoria pubblica locale, come se fosse un orpello inutile. E questo mentre la città ospita eventi altrui, legittimi e meritori, ma che non possono e non devono sostituire le radici culturali locali. C’è da chiedersi se abbia senso continuare a “ospitare” cultura in prestito quando non si investe più sulla propria. È facile elogiare l’Italia “di provincia” che si fa cultura, quando si tratta degli altri. Ma Teramo, la provincia che era motore, laboratorio, luogo di idee e narrazioni, oggi sembra preferire il ruolo di palcoscenico passivo. Un contenitore senza contenuti propri. La lista degli interventi previsti è impressionante: ci saranno: Antonio Filipponi, assessore alla cultura di Teramo, Giuseppe Sipari, Sindaco di Pescasseroli Maria Letizia Fatigati, Dirigente Scolastico IIS Delfico Montauti, Innocenzo Cipolletta, Presidente Associazione Italiana Editori, Anna Di Padova, Direttore Area Retail Chieti Sangro Intesa San Paolo, Adriano Monti Buzzetti Colella Presidente Cepell Centro per il libro e la lettura, Emiliano Di Matteo, Consigliere Regione Abruzzo. Ma nessuno, pare, sentirà il bisogno di fare una domanda tanto semplice quanto imbarazzante: perché Teramo ha smesso di credere nel suo Premio? Fare cultura significa anche custodire e rilanciare ciò che si è stati, non solo applaudire ciò che fanno gli altri. Oggi, all’Auditorium del Parco della Scienza, ci sarà festa. Ma sarà una festa a metà. Perché, mentre la cultura viene celebrata con un Premio, il Premio Teramo si dimentica.