Stava tornando a Teramo da Roma, sull’A25 perché in queste notti il Traforo è chiuso, il professor Luca Gianfelice, che ha perso la vita nel drammatico incidente stradale sulla rampa dell’uscita di Pratola Peligna. Sulle cause dell’incidente, per ora ancora nessuna certezza, saranno necessarie anche ulteriori perizie sulla Honda del docente. Sulle cause della morte, invece, ha fatto luce l’autopsia: quando la moto ha urtato violentemente contro il guardrail, il corpo del docente è precipitato giù in una scarpata, compiendo un volo di oltre venti metri. Quando due automobilisti si sono ritrovati la moto incidentata in mezzo alla carreggiata, hanno subito avvertito i soccorsi, ma per Gianfelice non c’era ormai più nulla da fare: il suo corpo, recuperato poco dopo, era già privo di vita. Il responso medico-legale ha confermato che la morte è sopraggiunta a causa dei traumi riportati nella caduta, in particolare per la rottura dello sterno, lesione che ha provocato danni letali. Nessun malore pregresso, né segni di intervento esterno. La morte del conosciutissimo docente ha lasciato sgomenta la comunità scolastica e tutti coloro che lo conoscevano. Ieri mattina, al Delfico, era atteso per un compito in classe e la sua assenza ha subito preoccupato i colleghi, che non riuscivano a mettersi in contatto con lui. La Procura di Sulmona, che ha escluso responsabilità di terzi, ha disposto la restituzione della salma alla famiglia, e nel pomeriggio verrà allestita la camera ardente nella casa funeraria Petrucci a Villa Pavone. I funerali si svolgeranno lunedi 26 maggio alle ore 9 nella chiesa del Sacro Cuore in via Pannella. La salma sarà tumulata nel cimitero di Sarnano.
Luca Gianfelice, che il 30 marzo dell’anno scorso aveva perso la moglie, morta all’improvviso per un malore a Tortoreto mentre passeggiava in bicicletta, lascia due figli, Dario di 16 anni ed Enrico di 21 studente universitario all'Aquila.