• FESTA AGRICOLA
×

Avviso

Non ci sono cétégorie

 macroareacomme.jpegL’efficacia dell’azione amministrativa, cioè la capacità di rispondere prontamente ai problemi che la Città presenta, richiede un approccio dinamico e competente, che in un tempo breve fornisca azioni concrete che diano risposte rapide e risolutive alle criticità riscontrate.
Il 19 maggio 2024, tantissimi residenti si sono recati a votare per l’elezione dei membri della Macroarea n. 5 – Teramo Centro. I cittadini che credono nella democrazia partecipata, si sono impegnati ad analizzare e segnalare problematiche di diverso genere, spesso a fornire possibili soluzioni e, in taluni casi, hanno suggerito strategie nell’ottica di una visione futura per una città migliore: è questo il desiderio primario che ci spinge a partecipare attivamente, cioè quello di aumentare la qualità della vita nel luogo che amiamo ed abitiamo.  
A distanza di un anno, nell’ambito del complesso dibattito in corso sulle condizioni di crisi profonda in cui versa il Centro storico, è doveroso informare i cittadini sull’attività svolta.
 
1. Sosta e viabilità:
la vivibilità, la fruibilità e la attrattività di un centro storico non si riducono a “dove metto la macchina”
L’Assemblea dei residenti ha approvato una articolata proposta sulla viabilità e sosta all’interno del Centro storico, ampiamente condivisa anche dagli altri portatori di interesse, a cominciare dai commercianti, ben più ampia della “semplice” assegnazione di stalli bianchi ai residenti, di cui oggi si discute. La proposta è incentrata sull’individuazione di una viabilità principale, con circolazione libera, sulla quale insistono anche stalli gratuiti a tempo, e sull’individuazione di quattro zone nei quartieri storici con limitazione nell’accesso e nella sosta ai residenti, bilanciando le esigenze di questi ultimi con la necessità di incentivare l’utenza a frequentare il centro, nonché ridurre i fenomeni di congestione e inquinamento soprattutto nelle vie più piccole e nei vicoli del centro, a causa della continua ricerca di parcheggi liberi. L’assemblea, ha altresì approvato, l’attivazione di minibus che colleghino ogni luogo della città con il centro storico.
La proposta avanzata non ha mai ricevuto risposta dall’amministrazione, che pure si era dichiarata favorevole in assemblea.
 
2. Situazione generale del Centro:
rivogliamo il salotto “Teramo”, elegante e sicuro, di un tempo.
Diverse le problematiche affrontate dall’Assemblea: spopolamento e desertificazione commerciale, mancanza di decoro e di una corretta igiene ambientale, disordine ed incuria diffusi, mancanza di manutenzione delle strade, inadeguatezza dei sistemi di videosorveglianza e di illuminazione pubblica, carenze su gestione e controllo delle occupazioni di suolo pubblico per attività di bar/ristorazione e cantieri, cura dei luoghi iconici della Città, patrimonio pubblico e privato in disuso e abbandonato. L’Assemblea ha richiesto di conoscere la programmazione della manutenzione stradale in Centro, il cronoprogramma della ricostruzione pubblica (soprattutto della Casa comunale, che allo stato funge da spazio affissioni e parcheggio!), le azioni programmate (non annunciate) rispetto ad illuminazione e videosorveglianza, soprattutto in conseguenza delle continue interruzioni di corrente che affliggono il centro storico. Si è evidenziato la discutibilità della politica dei grandi eventi “one spot” che, concentrando un numero rilevante di persone in un solo momento, producono ripercussioni paradossalmente negative sulle stesse attività e segnalato la necessità di una programmazione strategica che preveda eventi, magari più piccoli, ma ciclici e più duraturi. Così come è emersa la necessità di “riempire” le tante vetrine vuote del Centro, promuovendo una strategia culturale che possa attrarre persone a Teramo con azioni concrete, coinvolgendo i proprietari in un progetto ambizioso di valorizzazione.
Ad oggi, nonostante le assemblee abbiano visto in molti casi la partecipazione degli Assessori competenti, non risulta implementata alcuna misura specifica da parte dell’amministrazione, al di là delle dichiarazioni di intenti. Basta guardare il terribile stato in cui versano diverse strade della Città (ad esempio Via Duca D’Aosta, V.le Bovio, Via Fonte Regina, per non parlare di tante altre vie pavimentate con sampietrini) e osservare ragnatele e sporcizia davanti ai locali in disuso.
 
3. Ricostruzione scuole:
un centro storico senza studenti è morto per definizione.
L’Assemblea ha espresso l’unanime e granitica volontà di impedire che le scuole, motore pulsante della Città, siano dislocate al di fuori del Centro, a cominciare dal Delfico, una comunità, ora scomparsa, di oltre 2000 persone. Questa drammatica vicenda è emblematica del ritardo e della trascuratezza con i quali finora è stato (mal) gestito il processo di ricostruzione. Attraverso un comunicato stampa congiunto di Consorzio Shopping in Teramo centro, Comitato Centro Storico – Macroarea 5, Comitato Quartiere Villa Mosca, Comitato Quartiere San Berardo, Associazione culturale - Alla scoperta dei tesori nascosti di Teramo è stata chiesta l’apertura di un dibattito pubblico.
La proposta non ha ricevuto risposta e purtroppo, la soluzione prevalsa per l’anno scolastico venturo vede la dislocazione alla Cona. Insistiamo sulla necessità di individuare soluzioni alternative che riportino gli studenti del Delfico in centro. Così come, nell’ultima assemblea, è stata espressa ferma contrarietà allo spostamento di ASL e UCCP fuori dal Centro.
 
4. Una casa per il Comitato:
uno spazio d’integrazione, conoscenza e bellezza.
Il Comitato ha inviato al Comune una proposta di patto di collaborazione per l’assegnazione in uso non esclusivo della Casa Urbani, a Piazzetta del Sole. Il Comitato, anche attraverso una rete di cittadini, ha proposto di farsi carico della relativa apertura, immaginando di far diventare Casa Urbani un luogo simbolico di aggregazione e condivisione, uno spazio d’integrazione ed un punto di riferimento per il dibattito civico, al pari di Ca.Fè a San Nicolò, ove ospitare diverse iniziative culturali e sociali. Oltre alle attività proprie del Comitato (quali le assemblee e le riunioni), si potrebbe in tal modo valorizzare l’importanza storico-artistica di Casa Urbani, ribaltando la percezione, purtroppo diffusa, del Quartiere di Santa Maria a Bitetto di luogo insicuro e dimenticato.  La proposta, inoltre, include la realizzazione di un’idea progettuale partecipata: il “MUG”, il museo giardino diffuso della Comunità a Piazzetta, che si propone di rafforzare i legami identitari e comunitari del Quartiere e tra il Quartiere e la città di Teramo, mantenendone viva la comunità come presidio culturale vivente alla frammentazione, alla dispersione sociale ed alla solitudine. Il Giardino verrebbe curato dai cittadini volontari.
La proposta, ad oggi, non ha ricevuto risposta.
 
Amare le conclusioni.
Pur dando atto della costante presenza del Sindaco, degli Assessori e del Presidente del Consiglio nell’attenzionare le problematiche evidenziate, si rileva spesso l’assenza di soluzioni concrete che diano risposte efficaci in tempi adeguati, nonché, in diversi casi, la tendenza a dedicare l’azione amministrativa, in termini di risorse umane ed economiche, ad obiettivi non ritenuti prioritari dai cittadini.
In conclusione, riteniamo che il documento programmatico redatto in vista del Consiglio straordinario del 28 maggio sia un primo passo nella giusta direzione, ma sia, al contempo, gravemente carente nell’individuazione di misure concrete (e relative coperture economiche) rispetto alle tematiche segnalate. Riteniamo, inoltre, che, anche ove non accolte, le proposte avanzate dalla Macroarea, votate dall’Assemblea dei residenti, meritino almeno una risposta scritta.
 
Vale la pena, a questo punto, di ricordare il discorso del Sindaco Gianguido D’Alberto, incontro con i cittadini, Parco della Scienza, 18 novembre 2018.
“Noi intendiamo cambiare approccio e metodo per ciò che riguarda la partecipazione. Perché il rischio è che essa diventi una parola abusata, una espressione con cui ci si ammanta di modernismo e distinzione democratica, per poi realizzare attività di facciata, senza dare ad essa reale compimento. Noi intendiamo mettere realmente in pratica la partecipazione, che sappiamo benissimo non può essere attuata senza i protagonisti del territorio. (…). Il principale compito è proprio questo, e attueremo i propositi, muovendoci da subito su due binarti operativi: la priorità della sede, perché un luogo dove ritrovarsi è il luogo della democrazia e il baratto amministrativo, attività per la quale l’amministrazione si sta già muovendo e che ha necessità di individuare i soggetti interlocutori. Noi vogliamo ascoltare i quartieri e le frazioni e le stesse associazioni che hanno competenze su temi specifici, perché abbiamo intenzione di riconoscere in loro gli interlocutori primari con i quali formulare elementi per poi assumere le decisioni. Da ultimo voglio dire che il principio della partecipazione non si esaurisce nel solo confronto con i comitati ma anche con tutti gli altri organismi che operano nelle realtà locali: consulte, organizzatori di dibattiti ed altre ancora; tutti importanti e con i quali vogliamo fare della partecipazione qualcosa di reale, concreto, diretto. Quello di ieri è stato solo il primo di una serie di incontri che andremo a svolgere nei prossimi mesi, taluni anche tematici e che serviranno appunto ad attuare quel processo di democrazia partecipata di cui tanto si parla ormai dappertutto ma che ha davvero necessità di essere realizzato con pratiche e comportamenti”. 

 

,