Si svolgeranno oggi, alle ore 15, nella chiesa parrocchiale di Castelli, i funerali di Giovanni Simonetti, 80 anni, ceramista di fama e figura storica dell’artigianato e dell’associazionismo abruzzese. L’uomo è morto tragicamente ieri in contrada Faiano, a Castelli, dove si era recato per curare l’orto.
Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, Simonetti aveva parcheggiato la sua Skoda su un tratto di strada in pendenza. Improvvisamente, la vettura si è sfrenata, forse per la mancata attivazione del freno a mano, e lo ha investito, uccidendolo sul colpo. Non si esclude che l’anziano abbia cercato di fermare l’auto nel tentativo di evitare l’impatto. I soccorsi sono stati tempestivi, ma per lui non c’era ormai più nulla da fare. Il magistrato di turno ha disposto la restituzione della salma ai familiari, ritenendo non necessaria l’autopsia.
UNA VITA PER L’ARTE E PER IL TERRITORIO
Fondatore e storico presidente della Cna Teramo e della Cna regionale, Simonetti è stato per decenni una colonna del mondo artigiano abruzzese, oltre che militante politico della sinistra e consigliere comunale. Sin da bambino aveva coltivato una passione profonda per la ceramica castellana, che trasformò nel suo mestiere e nella sua missione. Nel 1967 rilevò una vecchia bottega nel centro storico di Castelli, trasformandola in una galleria d’arte dove ha saputo fondere tradizione e originalità, sempre nel rispetto della lavorazione rigorosamente manuale.
UNA COMUNITÀ SCOSSA
La notizia della sua morte ha suscitato commozione profonda in tutta la comunità, dove Simonetti era conosciuto e stimato per il suo impegno, la sua umanità e l’attaccamento al territorio.
Lascia la moglie Gabriella, la sorella Maria, i figli Antonio, ceramista come il padre, che lo ha sempre affiancato nella bottega di famiglia, e Simone, che gestisce un ristorante vicino al santuario di San Gabriele e un’area di ristoro tra Castelli e Rigopiano. Accanto a loro anche le nuore Irene ed Eliziana e i nipoti Michele e Marcello, ai quali tutta la comunità si stringe in queste ore di dolore.
Oggi, a Castelli, non si piange solo un uomo, ma si saluta un pezzo della sua storia.