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AdobeStock_82970358-1-scaled.jpegVaccini immediati, indennizzi rapidi, misure di contenimento e una vigilanza costante. È quanto chiede Coldiretti Abruzzo, che oggi pomeriggio ha partecipato al tavolo zootecnico convocato dall’assessore regionale all’agricoltura Emanuele Imprudente per fare il punto sull’emergenza Lingua blu, la malattia virale che sta colpendo duramente il patrimonio zootecnico regionale.

Durante la riunione, Coldiretti ha consegnato alla Regione un documento con una serie di richieste urgenti: dall’istituzione di una zona di contenimento per monitorare lo spostamento degli animali, al sostegno per lo smaltimento delle carcasse, fino al monitoraggio dell’insetto vettore e all’erogazione tempestiva di fondi per vaccini e repellenti.

76 FOCOLAI SECONDO L’IZS, MA I DATI ASL SONO ANCORA PIÙ ALLARMANTI

I dati diffusi dall’Istituto Zooprofilattico (IZS) e dalla ASL indicano una crescita costante, seppur lenta, dei focolai. Secondo l’IZS sono 76 i focolai accertati: 24 in provincia dell’Aquila, 8 a Pescara, 3 a Chieti e ben 40 in provincia di Teramo.

Più preoccupanti i numeri forniti dalle ASL, che parlano di 45 focolai all’Aquila, 11 a Pescara, 49 a Teramo e una situazione per ora indenne a Chieti.

COLDIRETTI: “NON ABBASSARE LA GUARDIA. SERVE UN’UNITÀ DI CRISI”

“La situazione va monitorata giorno per giorno – ha dichiarato Pietropaolo Martinelli, presidente di Coldiretti Abruzzo –. Non possiamo permetterci cali di attenzione”. Dello stesso avviso Marino Pilati, direttore regionale dell’associazione: “Serve un’unità di crisi coordinata dall’IZS. La Regione ha dato disponibilità a intervenire, ma bisogna fare presto. Anzi, prestissimo”.

Lunedì sarà pubblicato un decalogo per gli allevatori redatto da IZS e ASL, con le linee guida per la gestione dell’emergenza. Sarà sempre l’Istituto Zooprofilattico a coordinare le strategie operative, in sinergia con le strutture sanitarie locali.

UN SETTORE GIÀ PROVATO, ORA A RISCHIO SOPRAVVIVENZA

“La zootecnia è un settore tradizionale già fortemente provato – ha concluso Coldiretti –. In ballo non c’è solo il futuro delle aziende, ma un intero patrimonio fatto di economia, cultura e identità rurale. Senza un intervento rapido e deciso, rischia di scomparire per sempre”.