Il silenzio del Comune di Teramo è inaccettabile. Il quartiere di via Longo a Teramo, simbolo di degrado urbano e marginalità sociale da oltre un decennio, continua a restare prigioniero di cantieri fermi, promesse non mantenute e totale assenza di visione politica, mentre centinaia di famiglie vivono in condizioni abitative precarie o sono in attesa di un alloggio dignitoso.I lavori di riqualificazione urbana, annunciati da anni e avviati con fondi pubblici – tra cui PNRR, fondi regionali e risorse dell’Ater – procedono con ritardi inspiegabili e senza alcuna trasparenza sui tempi di consegna. Interi edifici restano transennati, inutilizzabili, mentre l'emergenza abitativa nel territorio comunale assume caratteri drammatici e strutturali.Mancano alloggi pubblici, le graduatorie ERP sono ferme o insufficienti, e intanto centinaia di case restano vuote, inagibili o in attesa di lavori che non arrivano mai.Nel frattempo, gli sfratti esecutivi aumentano. Il 90% è causato da morosità incolpevole, cioè da famiglie che non riescono più a pagare l’affitto non per colpa propria, ma per la perdita del lavoro, malattia, precarietà o salari troppo bassi. Giovani esclusi dalle graduatorie per l’edilizia popolare, lavoratori poveri che non hanno accesso al mercato abitativo privato: è questa la nuova composizione dell’esercito degli esclusi. È una situazione inaccettabile, che chiama in causa le responsabilità dirette del Comune di Teramo e della Regione Abruzzo, che non hanno saputo garantire una gestione efficace e trasparente degli interventi.Come sindacato degli inquilini SICET, chiediamo:un cronoprogramma pubblico e dettagliato degli interventi in via Longo, con indicazione dei fondi spesi, dello stato di avanzamento dei lavori e delle date previste di consegna;la convocazione urgente di un tavolo istituzionale con Comune, ATER, Regione e rappresentanze sindacali per discutere il rilancio del quartiere;la destinazione immediata di risorse per l'emergenza abitativa, attraverso l'attivazione di soluzioni transitorie, uso sociale degli immobili pubblici vuoti, contributi affitto straordinari, soluzioni per i senza fissa dimora, (attualmente il numero di persone costrette a vivere per strada, sotto i portici, in auto, nei parchi, in alloggi di fortuna, o accolte per brevi periodi da amici o conoscenti, sono circa 200. Una città intera che finge di non vedere l’estensione reale del problema.una politica abitativa nuova e coraggiosa, che metta al centro il diritto alla casa e non la rendita immobiliare. A fronte di una povertà abitativa in crescita, con famiglie sfrattate, giovani senza prospettive, anziani soli e cittadini esclusi dalle graduatorie ERP per motivi formali, non è più tollerabile che edifici pubblici restino fatiscenti o abbandonati.Via Longo è il simbolo del fallimento delle politiche abitative a Teramo. Ma può e deve diventare il laboratorio di una rinascita urbana partecipata, sociale e inclusiva.Il tempo delle parole è scaduto. Servono risposte, trasparenza e giustizia sociale. E' questa la nota del Sicet Teramo.