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Non è chiaro – e francamente nemmeno ci interessa – sulla base di quali competenze e, dunque, con quale autorevolezza parlino Carola  Profeta e Berardo Rabbuffo, esponenti della Lega.  Ma è bene chiarire subito un punto fondamentale: il riconoscimento di un diritto non è un’opinione. Per i diritti si lotta, si fa disobbedienza civile quando è necessario e si cerca di ottenerne il riconoscimento. Ma, una volta sancito, non è materia su cui si possa indugiare  per ragioni di bandiera o di schieramento politico.

La Corte Costituzionale è stata chiarissima nella recente sentenza: i diritti delle famiglie vanno rispettati e tutelati e nel riconoscimento della seconda madre si tutela il minore. Lo ha compreso e applicato immediatamente l’Amministrazione comunale di Teramo, grazie alla determinazione del Sindaco Gianguido D’Alberto e dell’Assessore Pina Ciammariconi del M5S che hanno accolto le due madri, permettendo loro di esercitare un diritto pieno, senza alcun bisogno di direttive ultronee. Basterebbe una lettura dell'art.136 della nostra Costituzione  per comprendere che già all'indomani della Sentenza n.68/2025 della Corte Costutuzionale, ovvero dallo scorso 22 maggio, era illegittimo  apporre il divieto di riconoscimento del minore da parte della seconda madre.
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Invitiamo quindi Carola Profeta, Berardo Rabbuffo e, con loro, la Lega tutta, a smetterla di trasformare un diritto in terreno di scontro politico. Le istituzioni devono essere fedeli al dettato costituzionale, non ai diktat di partito. È inaccettabile ogni ulteriore polemica su questo tema e non sta certo alla Lega dichiarare la validità di un atto. Non ci si improvvisa costituzionalisti competenti al punto di discutere sulla legittimità di una sentenza o di un atto di stato civile. Si può legittimamente non essere d'accordo ma, per carità di patria, si ponga fine a queste scomposte ricostruzioni giuridiche.
Ci spieghino questi signori: avrebbero soddisfazione nel vincere questa surreale disputa e togliere alla minore in questione, il diritto al riconoscimento di uno dei due genitori solo perchè non riescono a concepire l'esistenza delle famiglie arcobaleno? Dove vorrebbero arrivare con queste polemiche? A ridimensionare per un loro convincimento il diritto di una minore? Davvero dobbiamo ancora sprecare parole su questo loro intento surreale?
Una famiglia che già esisteva, che era reale e concreta, è stata finalmente riconosciuta. Questa è l’unica cosa che conta.
Basta polemiche inutili. Basta scuse. Si rispettino le persone, le loro scelte e i loro diritti. 
 
Simona Astolfi Coordinatrice Provinciale Teramo M5S
Giovanni Cianci rappresentante Gruppo Territoriale Teramo