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droga-spaccio.jpg«L’Abruzzo è una terra di conquista, dove lo spaccio di sostanze stupefacenti è vivo, vitale». Con queste parole forti il pm della Direzione distrettuale antimafia (Dda) dell’Aquila, Roberta D’Avolio, ha commentato l’operazione “End to End”, che ha portato all’arresto di 12 persone appartenenti a due gruppi criminali ben strutturati: uno con base a Roma, l’altro radicato in Abruzzo, con centro operativo a Pescara. L’inchiesta, coordinata dalla Dda dell’Aquila e condotta dalla squadra mobile della Questura di Pescara, ha fatto luce su un traffico di stupefacenti che interessava non solo l’Abruzzo — in particolare le aree di Pescara, Montesilvano, Teramo e Atri — ma anche Lazio e Puglia. Secondo gli inquirenti, dalla Capitale partivano carichi di droga affidati a corrieri insospettabili — spesso giovani incensurati — che utilizzavano telefoni criptati appositamente riprogrammati per evitare le intercettazioni. Da qui il nome dell’operazione, “End to End”, mutuato dal sistema di comunicazione cifrata impiegato dagli arrestati. Per gli investigatori è stato necessario ricorrere a tecniche innovative, oltre alle classiche attività di appostamento, per superare le difese digitali del gruppo.

IL BILANCIO DELL’OPERAZIONE

L’operazione ha portato all’arresto di 12 persone e all’iscrizione nel registro degli indagati di 34 soggetti, quasi tutti italiani. Sequestrati oltre 1 milione e 300 mila euro in contanti, 266 kg di hashish, 9 kg di marijuana e 3 kg di cocaina. Alcuni degli indagati sono accusati anche di estorsione, corruzione e tentato omicidio.

Uno degli episodi più gravi riguarda un inseguimento avvenuto a Roma: alcuni corrieri, sorpresi in flagranza, avrebbero tentato la fuga tentando di investire un agente della squadra mobile di Pescara, pur di sfuggire al sequestro di una vettura che trasportava oltre 120 chili di hashish.

Di particolare rilevanza anche il sequestro avvenuto a Pianella: 132 chili di hashish e marijuana, il quantitativo più ingente mai registrato nella provincia di Pescara, rinvenuto poche settimane dopo l’efferato omicidio di Crox, maturato in un contesto giovanile legato al consumo di droghe leggere.

VIOLENZA, INTIMIDAZIONE E INFILTRAZIONI

Secondo quanto emerso dalle indagini, entrambi i gruppi operavano con metodi tipici della criminalità organizzata: spedizioni punitive, pestaggi, e persino bombe carta lanciate all’interno delle abitazioni dei debitori. Le minacce erano estese anche a familiari e amici delle vittime, con lo scopo di garantire la riscossione dei crediti e il reinvestimento continuo nel traffico di stupefacenti.

Non solo: gli indagati avrebbero anche cercato di avvicinare membri delle forze dell’ordine, tentando di introdurre droga e telefoni cellulari all’interno del carcere di Castrogno, a conferma di un livello di infiltrazione e spregiudicatezza particolarmente allarmante.

I dettagli dell’inchiesta sono stati illustrati ieri all’Aquila dal procuratore capo della Dda Alberto Sgambati, dalla pm D’Avolio, dal questore di Pescara Carlo Solimene, e dai dirigenti della squadra mobile e volante, Gianluca Di Frischia e Pierpaolo Varrasso.

I 13 indagati colpiti da ordinanza di custodia cautelare in Abruzzo  distinti in capi e gregari sono: Danilo Biancifiori, 60 anni, Giulianova, David Biancifiori 23 anni, Giulianova, Giandomenico Di Girolamo, 44 anni, Pescara, Daniel Gaetano Hodges, 21 anni, Giulianova, Alessandro Iezzi, 38 anni, Atri, Alessio Martella, 31 anni, Atri, Giovanni Massascusa, 38 anni, Pescara, Vincenzo Pallini, 39 anni, Atri.

Lazio: Nicola Creanza, 66 anni, Roma, Antonio Nardozi, 37 anni, Arpino, Mirko Tucciarone, 40 anni, Formia, Vincenzo Zompatori, 36 anni, Cori. Toscana: Rechard Dela Pena Bosetti, 36 anni, Grosseto. Complessivamente le persone coinvolte sono 34, l'inchiesta raccoglie numerosi episodi di passaggio di sostanze stupefacenti che si sono verificati tra la fine del 2023 e lo scorso anno.

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