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divisa-da-chef-con-piatto-vuoto-bianco-benvenuto-presente-promozione-ristorante-piatto_71163-674.avifAquilano di Tossicia. Sabato 2 agosto. Sagra del timballo. Ore 20.30. Dopo trenta gloriosi minuti di fila, immersi nel profumo promesso del tanto osannato "Timballo della Tradizione", arriva l'annuncio più atteso... ma non nel senso sperato: "Il Timballo è finito.” Prego? Finito? A quest’ora? Dietro a noi, una coda che manco alle Poste il giorno della pensione: cento metri di esseri umani affamati, molti dei quali venuti da altre province, altri addirittura da fuori regione. E cosa trova? Una sagra che finisce prima ancora di cominciare, almeno per chi ha avuto l'ardire di non arrivare alle 18:00. Complimenti vivissimi all’organizzazione. Un vero spot per il territorio. Turismo esperienziale, sì, ma l’esperienza è quella della delusione e del “ci vediamo mai più”.Se il "piatto forte" — che dà il nome alla sagra, ricordiamolo — finisce prima che la maggior parte della gente arrivi, la soluzione è semplice: non organizzatela proprio. Statevene a casa, a mangiarvi il Timballo tra amici, magari senza fare troppa pubblicità in giro, ché poi la gente ci crede davvero. Organizzare un evento pubblico comporta responsabilità. Tipo contare quante persone probabilmente verranno. Tipo cucinare per loro. Tipo, banalmente, fare due conti.Se questo è il biglietto da visita della nostra ospitalità, forse è il caso di cambiarlo prima di stamparlo di nuovo.

Con affetto e molto appetito rimasto
da uno dei tanti che... non ha visto neanche la crosta.