“Arvì” è uno dei più struggenti canti abruzzesi sull’emigrazione. Il testo, scritto da Antonio Misantone - nato a Cellino Attanasio il 24 settembre 1900, trasferitosi con i genitori a Montefino all’età di due anni, poi medico e poeta nel suo paese natale (scomparso nel 1962) - parla di un innamorato che aspetta invano da tre anni il ritorno di Carmela, che, partendo, gli ha chiesto di aspettare il suo ritorno. Ma lei non è mai tornata e lui da tre anni guarda inutilmente il mare. “Mi hai ingannato”, dice, rivolto alla sua Carmela, nel ritornello. Nella seconda strofa dice che la sera si addormenta pensando a lei, con la speranza di poterla riabbracciare, ma l’indomani si sveglia costretto a constatare che lei non è tornata. Nella terza strofa l’innamorato confessa che per lui le viole ora non profumano più e il prato non è più bello; nx-apple-ql-id2://5695F58D-DB84-46C6-8602-3981659722EB/x-apple-ql-magic/29A47E5E-798A-421A-A82B-E4E2AD284919.jpgella quarta ed ultima strofa la speranza delusa diventa un lamento: lui ha saputo che lei non ritornerà, che ha un altro amore e lui sono tre anni che guarda inutilmente il mare e non la vede tornare.
La canzone vinse un concorso regionale all’Aquila nel 1955 e conobbe subito uno straordinario successo, finendo nei repertori della maggior parte dei cori abruzzesi, eseguita in moltissime occasioni. Il testo, dunque, è di Antonio Misantone, ma la musica di chi è? Chi l’ha scritta? E qui si apre un giallo. Sono tre anni che io e Gabriella Serafini Blasiotti, quali consulenti di Enrico Melozzi nella scelta dei brani per la Notte dei Serpenti, proponiamo inutilmente al maestro di inserire nella scaletta “Arvì”. La proposta gli è arrivata da numerosissimi appassionati di musica popolare abruzzese, ma Melozzi ha sempre risposto di no. Perché? Lui spiega la cosa così: “Per rispetto verso la verità storica e nei confronti dei reali autori del brano, ancora oggi oggetto di discussione”.
Infatti, se il testo è certamente di Misantone, la musica non si sa con certezza di chi sia. Negli spartiti dei vari cori, compreso ovviamente il Coro Verdi di Teramo, sotto il titolo compare la seguente dicitura “Versi di A. Misantone, musica di E. Vetuschi”. Ma c’è chi mette in dubbio che il reale autore della musica sia Ennio Vetuschi. Melozzi dice: «La disputa sulla paternità di “Arvì” sembra coinvolgere più attori: Antonio Misantone (forse autore unico o in collaborazione con Vetuschi), ma sono stato contattato anche da parenti ed estimatori di Gianni Giannascoli, che ne reclamano la paternità. Non mi era mai capitato di vedere tanta confusione intorno a un canto abruzzese d’autore. Avevo già arrangiato il brano in una versione molto bella e potente, trasformandolo da 6/8 a 4/4 per renderlo più pop e moderno. Ma proprio per il rispetto che nutro verso la verità storica, ho deciso di metterlo in standby, in attesa che si faccia chiarezza. Credo che la Notte dei Serpenti debba servire anche a questo: riportare alla luce le verità legate alla nostra musica, come già accaduto lo scorso anno con Cicirinella».
Ma chi è Giannascoli? Gianni Giannascoli, anche lui di Cellino Attanasio, era un uomo estroso che poi emigrò in Germania e promosse anche i primi gemellaggi tra cittadine tedesche e abruzzesi. C’è chi sostiene che sia proprio lui l’autore della musica di “Arvì” e aggiunge: «Rimase molto male di questa "appropriazione indebita" avvenuta durante una sua permanenza in Germania. Era giovane e non avvezzo alle registrazioni SIAE o cose del genere. Quando tornò, trovò la “sorpresa”».
Secondo i sostenitori di Giannascoli, ormai defunto, tra cui i figli (la figlia insegna al conservatorio di Taranto e il figlio è psicologo e per hobby musicista eclettico), ci sono quattro canzoni che hanno come autori "Misantone e Giannascoli", i quali alla fine degli anni ‘50 componevano un duo rinomato di autori di musica popolare della zona di Cellino Attanasio, e il più noto è proprio "Arvi'" . Il brano è ufficialmente firmato Misantone-Vetuschi, ma il reale autore della musica, secondo i suoi sostenitori, in una specie di guerra di campanile, fu proprio Giannascoli (di cui esisterebbe una partitura originale scritta di suo pugno). Sembra che all’epoca fosse stata avviata una causa per restituire a "Cesare ciò che era di Cesare", ma entrambi i contendenti morirono e le cose rimasero invariate.
Vetuschi o Giannascoli? Il dilemma in realtà è un trilemma, perché il figlio di Antonio Misantone, Antonio Misantone jr, scrive che suo padre di “Arvì” fu anche autore della musica, oltre che delle parole. In un libro intitolato “Poesie e Canzoni di Antonio Misantone”, pubblicata nel 2002 dalla Tipografia Hatria per conto dell’Associazione Culturale MONS SICCUS, nella prefazione (p. 9) lo stesso scrive: «…la canzone “Arvì”, di cui ha composto anche la musica». Nello stesso libro viene riportato il testo della canzone con la dicitura: «Arvì. Musica di A. Misantone». Se autore della musica fosse stato Gianni Giannascoli, sicuramente sarebbe stato riportato il suo nome, come avvenuto per un'altra canzone, per la quale nello stesso libro viene scritto: «Ninnelle. Musica di G. Giannascoli (I° Premio al V° festival di Vasto 1959)».
Dunque, Vetuschi, Giannascoli o Misantone? Chi è il vero autore della musica di “Arvì”?
Una cosa è certa: fino a quando il giallo non verrà risolto, Enrico Melozzi non inserirà la bella e struggente canzone, di cui ha già curato uno stupendo nuovo arrangiamento (per ora tenuto nel cassetto), nella scaletta delle prossime edizioni del suo evento, fortunatissimo e di grande successo. Egli dice: “In un contesto di grande risonanza come la Notte dei Serpenti, è fondamentale evitare attribuzioni frettolose che possano compromettere l’autenticità e il rispetto del repertorio”.
Se sono tre anni che l’innamorato aspetta invano il ritorno di Carmela, sono tre anni che il pubblico della Notte dei Serpenti aspetta invano che Melozzi inserisca “Arvì” nella scaletta e forse dovrà aspettare ancora di più, fino a quando il giallo non verrà risolto. Chi ha scritto davvero la musica di “Arvì”?
Elso Simone Serpentini