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2cseww.jpegDomani, 9 agosto, come accade da alcuni anni dopo la rinascita del culto, a Crognaleto si celebra la festa della Madonna della Tibia. Una festa dalla tradizione secolare, tornata ad essere celebrata dal 2 luglio del 2019, quando il vescovo di Teramo-Atri eresse la Chiesa in Santuario Diocesano, con tutti i diritti e le facoltà connesse. La storia del sito affonda nei secoli. Un’antica leggenda popolare, narra di un ricco commerciante di Amatrice, Bernardino Paolini, che percorrendo la strada verso Teramo, proprio in quel punto, sarebbe precipitato in un burrone con tutto il suo carico di merci e tutti i suoi muli, provocandosi dolorose fratture. Disperato, invocò l’aiuto della Vergine che esaudì le sue preghiere facendo risanare le fratture anche dei muli e salvando tutta la merce. Una diversa versione vuole che la "preziosa merce" fosse proprio la statua della Madonna delle Grazie realizzata a L'Aquila e in viaggio verso Teramo. Fatto sta, che avvenne il miracolo dell'incolumità di uomini e cose. Pertanto, in segno di gratitudine, Bernardo Paolini fece edificare la chiesa nel luogo che, peraltro era già da tempo meta di devozione mariana. La chiesa rupestre è realizzata in pietra arenaria locale, con facciata, oculo centrale e campanile. L’interno, a navata unica, ha un altare ligneo del XVII sec.
Il 9 agosto a Crognaleto si ricorda la traslazione della preziosa statua lignea della Madonna dalla grotta dov’era collocata, fino alla chiesa, con una suggestiva processione notturna, alla luce delle fiaccole con i fedeli che salgono dal paese al Santuario, attraverso un sentiero panoramico. All’arrivo della processione suonano le campane a festa e la Madonna, luminosissima ed adorna di gioielli, invita i fedeli a chiedere l’Indulgenza secondo una formula scolpita sul portale della chiesa. Dopo la benedizione, si intonano canti tradizionali in dialetto.
A Crognaleto l'occasione è propizia per dar vita anche a festeggiamenti articolati in differenti giorni del mese di agosto: concerti, giochi popolari, camminate negli splendidi scenari di castagni, faggi, querce e cornioli che circondano il bel paese dei Monti della Laga, e lambiscono torrenti che affluiscono al Tordino e  al Vomano.
Il paese è arrampicato su una ripida dorsale, con piccoli nuclei di case di pietra arenaria, inframezzate da orti e spazi comuni. Di qui passava un sentiero medievale, il principale asse viario che da Amiternum (L’Aquila), attraverso il passo delle Capannelle discendeva la Valle del Vomano, attraversando l’attuale territorio di Montorio per poi giungere ad Interamnia ed incrociava anche il tratturo che da Campotosto e Crognaleto, passando per Montorio, Basciano ed Atri discendeva fino al mare. Era una via di transumanza e di commercio, un paesaggio sacro, presidiato, ieri come oggi, da una divinità. Della quale, domani appunto, si rinnova il culto.

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