Nel cuore dell’Abruzzo, Castellalto (TE), con circa 7.000 abitanti, continua a rappresentare un esempio emblematico di quanto resti ancora da fare in Italia per garantire una reale inclusione delle persone con disabilità.
Strutture pubbliche inaccessibili, impianti sportivi non adeguati, marciapiedi impraticabili e assenza di percorsi dedicati: il territorio comunale non è vivibile per chi ha mobilità ridotta o necessita di ausili.
E nulla cambia neppure quando fiumi di denaro europeo, come quelli del PNRR destinati all’abbattimento delle barriere architettoniche, arrivano sul territorio: zero progetti, zero risultati.
E dire che, nella maggior parte dei casi, basterebbero interventi a costi contenuti per aprire spazi e orizzonti nuovi a tante persone in difficoltà, migliorando radicalmente la loro qualità della vita.
Ma Castellalto, a differenza di altre realtà italiane ed europee, sembra destinato a rimanere un Comune di serie B, off-limits per decine di propri cittadini.
Le persone con disabilità non chiedono privilegi, ma diritti: quello alla mobilità, allo sport, alla partecipazione. Castellalto deve ancora compiere il primo passo.
Claudio Della Figliola