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di Antonio D’Amore Scriveva qualche mese fa il Centro “L'impianto per il trattamento e il riutilizzo dei rifiuti indifferenziati sarà allestito all'interno di una fabbrica dismessa. E' questa la strategia concordata dal sindaco Maurizio Brucchi e dal presidente del consorzio Mote Ermanno Ruscitti per accelerare la realizzazione del "progetto Vedelago"….” Già, il progetto Vedelago. L’idea è quella di realizzare un grande centro simile a quello nato in provincia di Treviso, del quale tutti sembrano parlare bene, perfino Grillo ebbe modo di elogiarne l’attività. Un progetto che sta andando avanti e sul quale il Comune di Teramo e il MoTe puntano moltissimo, tanto che lo stesso MoTe del presidente Ermanno Ruscitti (sull’utilità del consorzio e sulle competenze del Ruscitti rimando ai miei Veritalia (http://youtu.be/jjS_Laioj60 e http://youtu.be/WjnvQiCg0NE )ha lanciato una pubblica manifestazione d’interesse, con scadenza a novembre 2014, per l’individuazione dell’area sulla quale costruire appunto l’impianto simile a quello di Vedelago. Un progetto strategico per il MoTe, visto che sulla base di quello e degli esiti annunciati, il MoTe potrebbe essere la chiave della trasformazione della TeAm in società tutta pubblica, acquistando le quote attualmente di proprietà del privato. Dunque, quel “Progetto Vedelago” è più che strategico per Ruscitti e il suo Consorzio. Presumibile, quindi, che lo stesso Ruscitti abbia seguito da vicino, da vicinissimo, il consorzio trevigiano, per essere sempre informatissimo. Per questo stupisce e non poco il fatto che abbia trascurato di informare la stampa e, quindi, i cittadini e, di conseguenza, anche e banche che dovrebbero finanziare l’operazione di acquisizione della team, di un piccolissimo particolare. Un dettaglio quasi insignificante…VEDELAGO E’ FALLITO. La sentenza è stata pubblicata a dicembre ed è stata l’atto conclusivo di una vicenda che, pure, era cominciata con tutt’altra prospettiva. Invece, servizi in perdita, debiti abissali, una voragine che avrebbe inghiottito cifre stratosferiche, un rosso in bilancio di 30 milioni, una situazione che avrebbe portato prima agli stipendi pagati in ritardo e poi sospesi, quindi dipendenti in cassa integrazione e poi dimezzati: da 30 a 15. Una situazione che, forse, qualcuno a Teramo, specie tra chi voleva prendere ad esempio proprio Vedelago per la costruzione di un impianto simile, avrebbe dovuto conoscere. Così, mentre a Teramo si lavorerà a costruire il Vedalago d’Abruzzo, sul vero Vedelago comincia la costruzione dell’accertamento dello stato passivo da parte del giudice.