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Doveva essere la marcia trionfale, la folla oceanica, la sollevazione popolare contro il piano di rientro del Comune di Atri, quello che introduce nuovi parcheggi a pagamento. E invece, nelle foto ufficiali pubblicate su Facebook da Prospettiva Atri, l’unica cosa davvero grande è l’uso del grandangolo: talmente spinto da far sembrare Piazza Duomo larga come Piazza San Pietro. Peccato che, zoomando con occhio nudo, le presenze non superassero le duecento anime. E per anime si intende tutto: camerieri dei bar, passanti distratti, neonati in carrozzina e bambini in età prescolare. Futuri elettori, certo, ma per ora più interessati al gelato che alle delibere di bilancio. Ma la scena più surreale non è stata la piazza semivuota: è stato il silenzio tombale del capogruppo d’opposizione, Giammarco Marcone. Uno che, da ex candidato sindaco, avrebbe dovuto tuonare contro la “tirannia del parcheggio a pagamento”. Invece, niente: neppure un rantolo. Raucedine improvvisa? O, più realisticamente, imbarazzo da retroattiva responsabilità? Perché è difficile alzare il dito contro un disavanzo accumulato in anni… inclusi quelli in cui lo stesso Marcone sedeva, sereno, tra i banchi della maggioranza. Insomma, più che una manifestazione di piazza, sembrava una rimpatriata di condominio: pochi presenti, molta aria fritta e un capogruppo che ha preferito tacere, forse per non rischiare che qualcuno gli ricordasse di aver contribuito anche lui a scavare il buco che oggi tenta di denunciare. Se lo scopo di una manifestazione è quello di… manifestare, in quella di Atri l’unica cosa “manifesta” è stata la mancata riuscita…