Sarebbe, secondo le prime ipotesi, una bomba sganciata da un aereo durante la Seconda guerra mondiale, quella che tiene in ostaggio tutta Castelli. L’area è stata immediatamente transennata: residenti, turisti e commercianti sono stati allontanati per consentire la messa in sicurezza della zona. Un cordone di sicurezza impedisce l’accesso in attesa dell’arrivo degli artificieri, chiamati a verificare la natura dell’ordigno e a procedere con le operazioni di disinnesco. Dalle prime ricostruzioni, l’ordigno potrebbe risalire al bombardamento del maggio 1943, quando gli Alleati tentarono di colpire la Spica, stabilimento che produceva candele d’accensione per carri armati e automobili. La fabbrica non fu centrata, ma diverse bombe caddero a circa 500 metri di distanza, danneggiando anche il centro abitato. Gli esperti sottolineano che il riconoscimento dell’ordigno dalle sole immagini non è semplice, ma non escludono che possa trattarsi proprio di una delle bombe sganciate in quel raid aereo.