Gentile Direttrice, l'intitolazione di un breve tratto di Viale Crispi a Marco Pannella e la collocazione, vicino al Monumento ai Caduti della Resistenza, di una stele con la sua effigie in ceramica, andata - com'è noto - in frantumi dopo circa cinque mesi dalla sua inaugurazione, non rende oggettivamente giustizia a un personaggio di così elevata statura, di cui Indro Montanelli una volta scrisse giustamente che di lui si sentiva, insieme a pochi altri, "l'odore di bucato". Anche se sarebbe un atto indubbiamente atipico, ma tant'è, si revochi questa "risicata" intitolazione e si intitoli, invece, all'illustre concittadino la nuova piazza che sorgerà nell'area della stazione ferroviaria che, manco a farlo apposta, costeggerà Via Aeroporto, la via dove ebbe i natali e dove prevalentemente abitò durante la sua infanzia. Si trasferisca, quindi, qui la stele celebrativa, ovviamente con la nuova effigie che sarà realizzata. (Ri)diamo a Francesco Crispi quello che è di Francesco Crispi e diamo a Marco Pannella quello che è (o dovrebbe essere) di Marco Pannella! Vale, infine, la pena citare il brano di un articolo commemorativo intitolato "Onore a un combattente", scritto da Roberto Gervaso e pubblicato su Il Messaggero del 24 maggio 2016 per ricordare ed omaggiare la figura di questo eccezionale uomo politico: "Era più facile far quadrare il cerchio o fare una riforma che intervistare lui. Gli facevi una domanda, invitandolo alla risposta secca e lui, saltando di palo in frasca, divagava per ore, perdendo spesso anche lui il filo del discorso Ma quando, di questo discorso, riannodavi i nessi ti accorgevi che non era un discorso qualunque. Era un grande discorso. Un discorso che nessun altro politico faceva, anche perché il solo vero politico della Prima e della Seconda Repubblica era lui.Aveva le idee chiare, chiarissime, sapeva quello che diceva e gli piaceva ascoltarsi. Era un politico, non un politicante come i colleghi, quasi tutti i colleghi, mercanti di parole, pusillanimi, tartufi, disonesti, e non pochi (diciamolo una buona volta) anche ladri".
Cordiali saluti.
Domenico Crocetti