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Una vera e propria razzia di radici di genziana è stata scoperta sui Monti Simbruini, dove ignoti hanno tagliato ed estirpato circa quaranta esemplari una specie rara e protetta dalle normative nazionali ed europee. A lanciare l’allarme è il Cai di Tagliacozzo, che sottolinea come l’area interessata rientri sia nella Zona di Conservazione Speciale sia nella Zona di Protezione Speciale, territori di grande valore naturalistico ma spesso poco sorvegliati. La genziana maggiore cresce in altura e rappresenta una delle piante simbolo del Parco regionale dei Monti Simbruini. Le sue radici sono molto ricercate per la produzione del celebre amaro di genziana, motivo per cui, già dal 1979, una legge regionale ne vieta severamente la raccolta per proteggere la flora spontanea abruzzese, a rischio di estinzione. Conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà curative – tanto che il suo nome deriva da Genzio, re degli Illiri, che secondo la leggenda ne avrebbe scoperto i benefici – la pianta veniva citata anche da Plinio il Vecchio come antidoto contro i veleni di serpente. Oggi la genziana è apprezzata non solo per l’uso nella liquoristica ma anche per i principi attivi, come la gentiopicroside, con effetti antinfiammatori utili contro patologie come l’artrite.