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tribunaleteramoSi è aperta una fase cruciale del processo legato al presunto inquinamento delle acque del Gran Sasso. Dieci imputati, tra cui ex dirigenti dell’Infn, di Strada dei Parchi e di Ruzzo Reti, sono accusati di non aver adottato misure adeguate per proteggere l’acquifero e la rete idrica dalle fonti di rischio. A loro carico la procura ha chiesto condanne a un anno e otto mesi di reclusione, oltre a 40mila euro di multa ciascuno. Per le due società coinvolte le richieste sono più salate: 200mila euro per Strada dei Parchi e 160mila per Ruzzo Reti. Tra le parti civili ci sono associazioni ambientaliste, enti locali e il Ministero dell’Ambiente, che reclama due milioni di risarcimento. Durante la requisitoria i pm hanno ricordato come le opere di messa in sicurezza dell’acquifero, avviate anni fa, non siano mai state completate per mancanza di fondi. Risultato: condotte lesionate, pozzetti non impermeabilizzati e rischi concreti di contaminazione. La pubblica accusa ha sottolineato che tutti i responsabili erano consapevoli delle criticità ma hanno agito solo dopo l’avvio delle indagini..A finire sotto processo, come riferisce il Messaggero: Fernando Ferroni, ex presidente dell'Infn; Stefano Ragazzi, ex direttore dei laboratori dell'Infn; Raffaele Adinolfi, ex responsabile del servizio ambiente dei laboratori; Lelio Scopa, ex presidente del cda di Strada dei Parchi; Cesare Ramadori, ex amministratore delegato di Strada dei Parchi; Igino Lai, ex direttore generale di Sdp; Antonio Forlini, ex presidente della Ruzzo Reti; Domenico Giambuzzi, ex responsabile dell'area tecnica di Ruzzo Reti; Ezio Napolitani, ex responsabile dell'unità operativa di esercizio di Ruzzo Reti, e Maurizio Faragalli, ex responsabile del servizio acquedotto di Ruzzo Reti. L’udienza riprenderà in ottobre con le arringhe difensive