Un’unica regia per mettere in sicurezza l’acqua del Gran Sasso, bene comune vitale per centinaia di migliaia di cittadini abruzzesi. È questo l’appello lanciato dall’ingegnere Giorgio Morelli e dal geologo Mauro Manetta, due figure che da anni seguono le vicende legate alla tutela dell’acquifero sotterraneo: il primo come delegato della Procura di Teramo e coordinatore dei consulenti del P.M. nei primi anni Duemila, il secondo come esperto incaricato nel 2021-2022 dalla struttura commissariale.
Gli studiosi riconoscono i passi avanti compiuti dal Commissario straordinario Pierluigi Caputi, che ha aggiornato il quadro esigenziale e avviato l’iter per il DOCFAP (Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali). Tuttavia, denunciano una contraddizione: la scelta di procedere con interventi separati per l’impermeabilizzazione delle aree dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN e per i tratti in galleria.
“Una frammentazione delle responsabilità e della tipologia di intervento – avvertono – considerando l’unicità e complessità dell’acquifero, metterebbe a rischio la coerenza e l’efficacia degli interventi”.
LE RICHIESTE
Nell’appello, Morelli e Manetta chiedono che i lavori vengano gestiti in maniera unitaria, eventualmente articolati per lotti funzionali, così da garantire la continuità delle attività scientifiche senza sacrificare la sicurezza idrica.
Gli esperti propongono inoltre:
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verifiche sismiche nelle sale dei Laboratori, vista la vicinanza con una faglia attiva già segnalata dall’ARTA Abruzzo;
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la revisione della campagna di sondaggi geognostici, evitando nuove perforazioni considerate rischiose e inutili in assenza di evidenze scientifiche realmente innovative.
LA SICUREZZA PRIMA DI TUTTO
“La sicurezza dell’acqua non è un ostacolo – sostengono – ma la condizione stessa che può garantire la continuità e la credibilità delle ricerche. Solo così i Laboratori potranno progredire senza interferenze, senza conflitti con l’opinione pubblica e mantenere alta la loro credibilità scientifica internazionale”.
L’INVITO ALLE ISTITUZIONI
Da qui l’appello rivolto al Commissario straordinario e a tutte le istituzioni coinvolte: superare contraddizioni e sovrapposizioni, adottare una gestione chiara e coordinata per la salvaguardia del sistema idrico del Gran Sasso.
Un invito che Morelli e Manetta definiscono “alla scienza e alla coscienza”, affinché l’acqua venga riconosciuta come condizione irrinunciabile non solo per la salute pubblica, ma anche per il futuro stesso dei Laboratori e della ricerca scientifica che vi si svolge.