È stato identificato in Giuseppe Di Martino, 52 anni, architetto originario di Silvi, il corpo senza vita ritrovato sabato pomeriggio 12 settembre nella zona di Capo Pecora, lungo la costa sud di Arbus, nel Cagliaritano. In un primo momento, i media locali avevano ipotizzato che si trattasse di un turista svizzero come riportato dal sito internet Cagliari Today. Di Martino alloggiava in una struttura ricettiva della zona e aveva fatto perdere le proprie tracce da venerdì, quando non era rientrato come aveva annunciato. A quel punto sono scattate le ricerche coordinate dai carabinieri di Fluminimaggiore, su disposizione della prefettura di Cagliari, con il supporto dei vigili del fuoco. Prima il ritrovamento dell’auto, poi, nel pomeriggio di sabato, quello del corpo senza vita su un costone roccioso. I soccorritori si sono calati con il verricello dall’elicottero Drago 148 per il recupero della salma. Secondo una prima ipotesi, l’architetto sarebbe precipitato nel vuoto. Il nome di Di Martino era salito agli onori della cronaca nel 2019, quando fu accusato dell’omicidio del padre 73enne, Giuseppe, nella loro abitazione di Silvi, al culmine di una lite familiare. In primo e secondo grado era stato condannato per omicidio volontario – 25 anni in primo grado, ridotti a 21 in appello – ma la Cassazione, nel gennaio 2024, aveva annullato la sentenza rinviando a un nuovo processo per la rideterminazione della pena. La corte d’assise d’appello di Perugia aveva quindi fissato la condanna definitiva a 14 anni, concedendo attenuanti generiche prevalenti sull’aggravante contestata dalla Procura. Dopo aver scontato sei anni di carcere, l’architetto era tornato in libertà a metà giugno 2025 per scadenza dei termini. Il ritrovamento in Sardegna chiude nel modo più drammatico una vicenda personale e giudiziaria che aveva segnato profondamente la comunità di Silvi. Sulle cause della morte, al momento, resta l’ipotesi più probabile di un incidente in escursione.