
La comunità politica e civile teramana piange la scomparsa di Osvaldo Scrivani, già presidente della Provincia di Teramo e parlamentare nazionale. Scrivani, malato da tempo, si è spento nelle scorse ore lasciando un grande vuoto tra quanti hanno condiviso con lui anni di impegno istituzionale e politico. Nato a Mosciano Sant’Angelo nel 1946, Scrivani aveva intrapreso la carriera politica nei ranghi della sinistra teramana. Nel 1991 fu eletto presidente della Provincia di Teramo, incarico che ricoprì fino al 1994, guidando l’ente in anni di profonde trasformazioni. Nel 1994 approdò in Parlamento come senatore della XII legislatura, quindi, due anni dopo, fu eletto deputato alla Camera, dove rimase fino al 2001. Da parlamentare del PDS e successivamente dei Democratici di Sinistra, portò avanti battaglie legate al territorio, con attenzione alle infrastrutture e ai bisogni delle comunità locali. La notizia della scomparsa ha destato cordoglio non solo nel mondo politico, ma anche tra i tanti che lo hanno conosciuto personalmente. Lascia la moglie Elsa Pandolini, le figlie Sara e Petra con Angelo, gli adorati nipoti Cecilia, Veronica e Lorenzo, i cognati Concetta e Vincenzo. La camera ardente è stata allestita presso la Casa Funeraria Gerardini in Via Prato n°21/D. Orario apertura struttura ore 8.00 -20.00 Una cerimonia di commiato si svolgerà Sabato 20, alle ore 16.30, nella Sala del Commiato della Casa Funeraria Gerardini.
IL CORDOGLIO
"Tutta l’Amministrazione provinciale onora la memoria di Osvaldo Scrivani. Un presidente che guidò l’Ente nei primi anni ’90 in un momento di
grandi cambiamenti politici. E lui, uomo pragmatico ma di forte fede sociale, fu alla guida di una maggioranza che oggi si sarebbe definita di “campo largo” raccogliendo consensi in un vasto schieramento che oltre al Partito Comunista, il suo partito, poteva contare su diverse anime politiche: dai cattolici di centro fino ai radicali. Se ne trova traccia negli atti del convegno che nel 1992 fu organizzato a Giulianova dall’Amministrazione locale e dalla Provincia su un tema che per l’epoca era vera avanguardia: "Proibizionismo, Antiproibizionismo: confronto sulla politica della droga".
Chi lo ha conosciuto lo ricorda per la sua capacità di far convivere pragmatismo e visione, fede di partito e capacità di dialogo, affrontando sempre con schiettezza e lealtà i problemi dei cittadini come i rapporti con gli avversari politici. Aprì la strada alle Amministrazioni provinciali a guida di sinistra che, infatti, dopo di lui videro alla presidenza Claudio Ruffini e il compianto Ernino D’Agostino. Lo salutiamo con il rispetto e l’affetto che si deve a chi ha incarnato il vero cambiamento, battendosi sempre e solo all’interno di un quadro di alti ideali. Alla sua famiglia le mie sentite condoglianze e quelle di tutta l’Amministrazione provinciale".

