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CHRISTIANCORSIL’Università degli Studi di Teramo si prepara ad accogliere un numero record di nuove matricole: da 500 dello scorso anno si passerà a quasi mille. Un risultato che testimonia la crescita dell’ateneo e la sua capacità di attrarre studenti non solo dall’Italia ma anche dall’estero, grazie a un percorso di internazionalizzazione sempre più deciso. A incidere in maniera significativa è stato il corso di Biotecnologia in lingua inglese, che ha già richiamato una cinquantina di giovani da diversi Paesi del mondo. Un segnale che conferma la bontà della scelta di ampliare l’offerta formativa con percorsi pensati per un respiro globale. Per sostenere questo trend positivo, l’ateneo ha avviato importanti investimenti in laboratori, attrezzature e strutture innovative. Tra i progetti di punta figura l’AgribioServe, un impianto pilota destinato a favorire la collaborazione con le imprese e a generare ulteriori opportunità di sviluppo. Sul fronte infrastrutturale è stato inoltre avviato il cantiere della Cittadella della Cultura, che sorgerà nell’ex manicomio. Un intervento da 20 milioni di euro per il primo lotto, che ospiterà la facoltà di Scienze della comunicazione, biblioteche, laboratori, spazi per associazioni culturali e un auditorium aperto alla città.Grande attenzione è rivolta anche alla ricerca: l’ateneo sottolinea la centralità del lavoro di dottorandi, assegnisti e giovani ricercatori, promuovendo percorsi accademici, spin-off e start up, oltre a collaborazioni con le aziende. In questo quadro si inserisce anche il Research Month, iniziativa che ha dato spazio alle esperienze di ex studenti oggi protagonisti in contesti internazionali, dalla Silicon Valley alle multinazionali europee, dimostrando come la formazione teramana sia in grado di competere e farsi apprezzare oltre i confini nazionali. Un percorso che punta a consolidare l’identità dell’ateneo: radicato nel territorio, ma con una prospettiva sempre più globale.