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Il Biodigestore non si digerisce: depositato il ricorso al Tar dall'associazione "Ambiente & Sicurezza Città di Teramo".vL'11 settembre è stata presentata al Tar della Regione Abruzzo la documentazione avversa al provvedimento autorizzativo dell'impatto ambientale.
"Si è reso necessario" dichiara l'avv. Antonella D'Angelo Gallo "dal momento che non sussistono i presupposti per la realizzazione dell'impianto del biodigestore."
Sarebbero tre le cause principali emerse dall'ennesima verifica a proposito:
1- la mancanza della progettazione preliminare per la dismessa dell'ex inceneritore, che risulterebbe una discarica carica di elementi inquinanti;
2 - assenza del titolo di proprietà dell'area: ció implica che parte del terreno indicato per la realizzazione del biodigestore ricadrebbe su terreni privati;
3 - violazione dei criteri localizzativi, ovverosia l'arretramento dell'opera non è pervenuto, poichè la distanza dal fiume, attualmente fissata a 28 mt, viola la norma che ne detta invece una misura pari a 150 mt.
"Ma di peggio" aggiunge la legale "c'è che il biometano che si andrebbe a produrre dallo smaltimento dei rifiuti non ha un progetto di rete in cui venire immesso."vÈ ancora polemica, quindi, sul biodigestore che insiste come un macigno sullo stomaco e le tasche dei teramani a causa di una progettazione di massima, del costo di 800mila euro, a conti fatti, incompleta.

Eugenia Di Giandomenico

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