Oltre quindici stabilimenti balneari hanno abbassato le serrande in anticipo, nonostante le temperature ancora pienamente estive, a causa della mancanza di personale addetto al salvamento ad Alba Adriatica. Una difficoltà che rischia di aggravarsi ulteriormente nei prossimi anni, dal momento che dal 2026 entrerà in vigore un decreto che vieta l’impiego di bagnini minorenni e di coloro che hanno superato i cinquant’anni. Attualmente circa la metà degli assistenti di spiaggia sono studenti o under 18: un bacino di lavoratori che, con la nuova normativa, sarà completamente escluso. A complicare la situazione anche gli orari di servizio, con turni continuativi di dieci ore – dalle 9 alle 19 – e le difficoltà di reperimento di personale soprattutto nei mesi di maggio e settembre. Le conseguenze sono state visibili nell’ultima stagione: diversi concessionari hanno preferito chiudere piuttosto che rischiare sanzioni per l’assenza di bagnini. A questo si aggiungono le disparità negli investimenti: i privati sostengono costi intorno ai 95 euro al metro lineare, mentre per le spiagge libere la spesa pubblica è notevolmente più bassa, con il rischio che il servizio di salvataggio non venga garantito. Gli operatori chiedono quindi una revisione delle ordinanze e regole più sostenibili, temendo che senza correttivi la prossima estate possa rivelarsi ancora più problematica.