Alla fine, ha vinto D’Angelo. La Corte d’Appello dell’Aquila ha messo un punto fermo sulla vicenda giudiziaria che da anni tiene banco attorno agli impianti di risalita e alle strutture ricettive di Pietracamela e Fano Adriano. Con l’ordinanza notificata oggi, infatti, i giudici hanno dichiarato inammissibile l’istanza di sospensione presentata dalla Marco Finori s.r.l., confermando di fatto la bontà delle decisioni adottate in precedenza dal Tribunale di Teramo e ribadendo la cessazione del contratto stipulato nel 2019. Una pronuncia che non lascia spazio a equivoci e che segna una tappa decisiva nella battaglia legale: il complesso degli impiantiu torna definitivamente nella disponibilità di Gran Sasso Teramano S.p.A. in liquidazione, così come era stato deciso dal Tribunale di teramo, prima della sospensiva sul ricorso di Finori, sulla base del quale poi era stata riaperta la cabiniovia fino al 16 settembre. .
In questo contesto, è dunque risultata vincente la scelta della Gst e la pisizione politica del presidente della Provincia, Camillo D’Angelo, che sin dall’inizio aveva sposato la linea della tutela del patrimonio pubblico e della gestione del comprensorio, divenendo in questa vicenda il contraltare diretto di Finori. Una scelta, seguita dal cda della gst e dal precedente liquidatoire Di Natale, che, a suo tempo, appariva difficile e criticata, ma che oggi viene confermata dalla magistratura come strada corretta. La decisione della Corte d’Appello non rappresenta soltanto un risultato giudiziario, ma anche forse il definitivo punto di svolta per la montagna teramana. Con la revoca della sospensione cautelare, si chiude una fase di incertezza che rischiava di compromettere ulteriormente le prospettive turistiche dell’area. Da oggi, dunque, torna tutto nella gestione della Gst