Riprendersi gli impianti di Prati di Tivo e Prato Selva dal custode Finori e guardare al futuro: è questa la linea tracciata stamattina durante una riunione in Provincia, con l’obiettivo di riportare a norma le strutture e garantire la riapertura in vista delle prossime scadenze. Una prima opzione sul tavolo è la vendita degli impianti, ma non si escludono altre soluzioni. Quel che è certo è che sarà inviata una nota ufficiale al custode Finori, con la richiesta di un rilascio bonario delle strutture. In caso contrario, sarà inevitabile il ricorso all’ufficiale giudiziario. Appena completate tutte le procedure, potrà scattare la riapertura, con una evidenza pubblica per la gestione che potrebbe coinvolgere il Cope. Intanto arriva una buona notizia sul fronte delle risorse: nella società Gst stanno per arrivare 3 milioni di euro, destinati alla riqualificazione degli impianti di Prato Selva e al recupero della struttura ricettiva. Un passo importante, che potrebbe aprire la strada a nuovi investimenti e a un rilancio più ampio. Non solo sci, dunque: tra i progetti c’è anche l’introduzione di discipline come lo sci sull’erba e la mountain bike, per rendere la montagna fruibile e attrattiva in tutte le stagioni. «Invitiamo Finori a un rilascio bonario – ha sottolineato Camillo D’Angelo – perché diversamente sarà inevitabile procedere con strumenti legali». Un percorso appena iniziato, ma che punta a ridare ai due comprensori montani il ruolo di riferimento turistico e sportivo che il territorio attende da troppi anni.