La Terza sezione penale della Cassazione ha confermato la condanna per violenza sessuale e lesioni nei confronti dell’ex militare campano Francesco Tuccia che, nella notte tra l'11 e il 12 febbraio 2012, aveva ridotto in fin di vita una studentessa fuori da una discoteca vicino L’Aquila.
La Suprema Corte lo ha condannato a 7 anni e 8 mesi di reclusione, riducendo di 4 mesi la condanna d’appello per effetto della continuazione dei reati.
Per l’imputato la condanna è così passata da 8 anni di reclusione a 7 anni 8 mesi, ne ha già scontati circa 3 agli arresti domiciliari. Ora dovrà entrare in carcere.
È la sentenza definitiva di un processo condotto a ritmi record: poco meno di 3 anni dal fatto al terzo grado di giudizio.
“Il verdetto d’Appello ha tenuto”, ha commentato soddisfatto il pg Pietro Gaeta.
“Anche se bisogna aspettare il deposito delle motivazioni di questa decisione, credo che questo lieve ritocco di pena sia solo un aggiustamento tecnico effetto della continuazione dei reati che non sono stati considerati come commessi in concorso”, ha spiegato il pg Gaeta dopo la lettura del verdetto.
“La cosa importante è che in questa vicenda così drammatica sia stata confermata in pieno tutta la ricostruzione fatta dai giudici di primo e secondo grado per quanto riguarda la condotta e la qualificazione del reato. Per questo mi sembra un’ottima conferma”, ha sottolineato infine Gaeta.
Il collegio della Terza sezione penale è stato presieduto da Claudia Squassoni.
La difesa di Tuccia aveva fatto ricorso in Cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila emessa il 6 dicembre 2013 con la quale era stata riconosciuta anche l’aggravante della crudeltà.