Per anni è rimasto lì, scheletro di cemento e ferro arrugginito, simbolo di una stagione ormai finita e di un’idea di sviluppo che non appartiene più a questa città. L’ex inceneritore di Teramo, il cosiddetto ecomostro, è pronto a scomparire: la Giunta comunale ha approvato il progetto di demolizione, primo passo concreto verso la nascita del nuovo biodigestore. Non sarà immediato: ci vorranno tre mesi per la gara, affidata all’Agir, e poi 26 settimane di lavori per smantellare pezzo dopo pezzo quello che per decenni è stato soltanto un peso, materiale e simbolico. Ma questa volta il conto alla rovescia è partito. Dove oggi si staglia un monumento al degrado, presto sorgerà un impianto di nuova generazione, dedicato alla valorizzazione dei rifiuti organici. Non più fumo e scorie, ma energia e sostenibilità. È la promessa di un futuro diverso, che la città attendeva da troppo tempo. “L’ecomostro se ne va”: con queste parole a Palazzo di Città si accompagna l’annuncio. Ma non è solo un cantiere che si apre. È la fine di una pagina grigia della memoria collettiva, e l’inizio di una nuova narrazione per Teramo, che prova a guardare avanti.