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IMG_2962.jpgLa foto che accompagna questo articolo, è già di suo il manifesto di un fallimento. L’immagine del presidente del seggio della Macroarea 2, che si avvia in Comune a depositare schede e verbali, è lo specchio della mancata partecipazione. Se tutto fosse andato secondo logica, Raffaele Raiola avrebbe avuto bisogno di un furgone, per portare le migliaia di schede, invece, basta un plico sottobraccio. Se la partecipazione è il termometro della democrazia, alla Macroarea 2 di Teramo il paziente è in coma profondo. Preso atto che alle elezioni hanno votato in tutto 87 persone. Non 870, non 8700. Ottantasette. In un’area che comprende Colleatterrato Alto e Basso, Villa Pavone, San Benedetto e Casalena, la maggioranza comunale, riunitasi in una chat ieri sera, ha infatti ammesso che forse — ma proprio forse — qualcosa non ha funzionato. L’idea di “partecipazione dal basso” si è schiantata contro il muro della mancata comunicazione. Nel mirino è finito il giovane consigliere Raiola, che aveva garantito di essersi speso anima e corpo per questa elezione nel “suo” quartiere — suo padre, come detto, presiedeva anche il seggio - e che ha invano difeso l’operato proprio e dei volantini, che però a quanto pare sono stati distribuiti in un universo parallelo, visto che nessun residente ne ha mai visto uno. La conclusione è stata inevitabile: si va verso l’annullamento del voto. L’assessora Pina Ciammariconi, delegata alla partecipazione, ha segnalato l’arrivo di alcune pec da parte di cittadini esclusi dalle candidature e annunciato che il Comitato dei garanti si riunirà a breve per formalizzare una decisione che appare scontata. Si tornerà alle urne, “con modalità diverse”. Magari, stavolta, anche con una comunicazione che non sembri un segreto di Stato. In tutto questo, non manca la nota di colore: l’ex portavoce Dalila Curiazi, che pochi giorni fa rivendicava con orgoglio la sua “azione pubblicitaria” (quella che nessuno ha visto), minacciando nel frattempo denunce a chi osava dubitare del successo dell’iniziativa, cioè a noi di certastampa. Resta il dato nudo e crudo: 87 votanti su 10mila residenti. Non serve un sociologo per capire che qualcosa si è inceppato. Per ora, la Macroarea 2 entra nella storia della democrazia partecipata, come la più malriuscita espressione di partecipazione collettiva mai vista.