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Ancora disteso sulla barella, in attesa di ulteriori accertamenti medici, il carabiniere teramano: di Forcella Domenico Gabriele Martella ha parlato con voce ferma e composta, raccontando al Tg1 i momenti immediatamente successivi all’esplosione che ha devastato il casolare nel Veronese durante un’operazione di sgombero. Le sue parole, semplici ma potenti, hanno toccato il Paese intero, restituendo il ritratto di un servitore dello Stato che, anche nel dolore, non dimentica il senso del dovere. «Ero sulla scalinata, poi un boato, le macerie che crollavano, il buio, le urla. Ho pensato solo a far capire che ero vivo», ha ricordato con lucidità il militare, ancora segnato dalle ferite ma determinato. Il pensiero, nonostante tutto, è andato ai colleghi caduti, in particolare al comandante dell’operazione, vittima dell’esplosione: «Una tragedia che non si può spiegare, una perdita enorme, come uomo prima ancora che come ufficiale». Il suo racconto ha colpito profondamente anche il sindaco Gianguido D’Alberto che lo ha chiamato tramite il padre accorso in ospedale, che ha espresso la vicinanza della città all’Arma dei Carabinieri e ai familiari delle vittime. «La testimonianza di Martella ci ricorda cosa significhi davvero servire lo Stato — ha dichiarato —. In un momento storico in cui le istituzioni sono spesso messe in discussione, la sua dignità e il suo coraggio sono un esempio per tutti, anche per chi ogni giorno rappresenta la cosa pubblica». Ha solo 25 anni, ma nelle sue parole c’è la lucidità e il coraggio di chi ha già visto troppo

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