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Si è raccolta oggi, nella Cattedrale di Teramo, la grande comunità che l’avvocato Gianni Gebbia aveva saputo costruire attorno a sé in una vita intensa, generosa, sempre al servizio degli altri. Sulla bara, come simboli di un’esistenza vissuta con passione e cuore, la toga, una maglietta del Teramo Calcio e il foulard degli scout: tre segni, tre mondi che raccontano chi era. A officiare le esequie don Carlo, parroco di Nepezzano, insieme a don Adamo della Cattedrale. Gli scout lo conoscevano come “Grifo Permaloso”, un nome totemico che, come ha ricordato qualcuno, ne racchiudeva ironia, carattere e determinazione. In chiesa, un silenzio denso di affetto. Tantissimi i presenti: autorità civili, colleghi, amici, istituzioni, rappresentanti del Rotary, di cui Gebbia era parte attiva. Tutti uniti nel ricordo di un uomo che aveva fatto dell’impegno e della lealtà le sue bandiere. Tra i più commossi, il cugino e collega Gennaro Lettieri, che con la voce rotta ha rievocato un ricordo di gioventù, quello dello sbarco sulla Luna. Gebbia avrebbe festeggiato cinquant’anni di professione il prossimo anno. Si è spento a 76 anni, lasciando dietro di sé un’eredità fatta di esempio, dedizione e umanità. Al termine della cerimonia, l’abbraccio della città e del sindaco, rivolto alla sua compagna, ha chiuso un saluto che è stato più di un funerale: un atto d’amore collettivo.

