La Asl di Teramo ha avviato in questi giorni l’invio di lettere ai medici di medicina generale per comunicare il presunto mancato raggiungimento degli obiettivi previsti dal piano delle attività del cosiddetto “Governo clinico” per gli anni 2024 e 2025. Nelle comunicazioni, firmate dalla Direzione dell’Unità operativa complessa di Assistenza territoriale e distrettuale, l’Azienda sanitaria dispone il recupero delle somme economiche già riconosciute ai professionisti.
Secondo quanto riportato, la decisione deriverebbe dalla verifica dei risultati dei programmi di prevenzione e counselling, da cui emergerebbe che diversi medici non avrebbero raggiunto le percentuali minime richieste per la partecipazione ai progetti di screening oncologico. Di conseguenza, per la Asl, tali medici non avrebbero diritto al relativo compenso.
Una misura che non ha tardato a suscitare la reazione dei rappresentanti della categoria. Il presidente della Fimmg Teramo, Ercole Core, definisce il provvedimento «un atto ingiustificato» che si inserisce «in un clima di crescente tensione tra i medici che operano sul territorio e la Asl di Teramo».
«Già nei mesi scorsi – ricorda Core – avevamo denunciato criticità nella proposta di riorganizzazione delle UCCP (Unità Complesse di Cure Primarie), giudicandola penalizzante per i professionisti e basata su un’interpretazione non corretta delle normative nazionali e contrattuali. La risposta della Asl è stata quella di aggirare l’ostacolo, svuotando di fatto le UCCP delle competenze che le avevano rese un punto di riferimento per cittadini e pazienti».
La decisione di revocare o recuperare i compensi legati al Governo clinico, sottolinea Core, «va interpretata come un ulteriore segnale di chiusura nei confronti dei medici. Una guerra che la Asl di Teramo rischia di combattere senza scopo e a discapito dei cittadini, primi a pagare le conseguenze di un clima di mancata collaborazione».
Il sindacato esprime «sconcerto per l’iniziativa» e annuncia la possibilità di opporsi in sede legale. Fimmg invita inoltre i medici «a sospendere la partecipazione agli incontri e ai tavoli di confronto con la Direzione aziendale, fino a quando non verrà ristabilito un clima di rispetto e trasparenza nei rapporti professionali».
«La medicina territoriale – conclude Core – non può essere governata con provvedimenti punitivi e burocratici, ma solo attraverso il dialogo e la valorizzazione del ruolo dei medici di famiglia».

