Emergono nuovi elementi sulla tragedia del Gran Sasso, dove due alpinisti Cristian Gualdi e Luca Perazzini hanno perso la vita nei giorni scorsi durante un’escursione in quota. Le indagini, coordinate dalla Procura, si concentrano ora sulle ultime ore di vita dei due escursionisti e sui dati recuperati dal loro smartphone, che potrebbero offrire dettagli preziosi sulla dinamica dei fatti e sulle condizioni meteo reali al momento dell’incidente. Secondo quanto riferito dal TgR Abruzzo, dall’analisi del telefono emergerebbero dubbi sulle previsioni meteorologiche che avevano accompagnato la partenza e sulle effettive condizioni in montagna nel corso della salita. Un punto cruciale che, insieme alla tempistica delle operazioni di soccorso, sta aprendo interrogativi anche sull’efficacia del sistema di allerta e sulla rapidità degli interventi in quell’area del massiccio. Le ultime comunicazioni, registrate poco prima della scomparsa, potrebbero aiutare a ricostruire con maggiore precisione gli spostamenti e le scelte compiute dai due alpinisti, che si erano avventurati lungo un percorso impegnativo, noto per le sue difficoltà tecniche e la rapida variabilità del tempo. Gli inquirenti stanno inoltre valutando le condizioni di visibilità e di temperatura nelle ore precedenti la tragedia, elementi che potrebbero spiegare le difficoltà incontrate durante l’escursione e la successiva fase di ricerca. Un quadro ancora complesso, dove accanto al dolore per la perdita di due vite esperte di montagna, emergono anche domande sulla sicurezza, la prevenzione e la gestione dei soccorsi in alta quota.
Nella foto: l'alpinista Gualdi prima della tragedia sul Gran Sasso

