
Sindaco che vai, gonfalone che trovi, Non sappiamo perché al Sindaco di Roseto degli Abruzzi, Mario Nugnes, non vada più bene il gonfalone che ha nella sua stanza e che, ad ogni occasione, trasforma in sfondo selfie, fatto sta che ha deciso di rinnovare il guardaroba araldico cittadino acquistando due gonfaloni nuovi di zecca: uno “ricamato in seta bemberg e rifinito a mano” da esporre nell’ufficio del Sindaco, e un secondo “stampato e rifinito a mano” per le uscite pubbliche. Un’iniziativa degna di nota, non tanto per l’impegno di spesa — 2.655,55 euro tondi — quanto per la cura del dettaglio: entrambi i vessilli, anche quello destinato a stare fermo in municipio, avranno cintura, borsa per il trasporto, copri gonfalone e lancia.
Perché non si sa mai: il gonfalone d’ufficio potrebbe improvvisamente decidere di uscire a prendere una boccata d’aria, o essere convocato a una cerimonia d’urgenza in sala consiliare. D’altronde, la delibera è chiara: tutto deve essere completo “di frangia e cordoniera”. Non sia mai che la seta bemberg si senta nuda davanti agli ospiti. Il Comune, per non farsi mancare nulla, ha previsto anche il cinturone porta-gonfalone — forse per il sindaco, nel caso volesse sfoggiare un look da cavaliere municipale — e due nastri: uno tricolore e uno a lutto, per ogni eventualità emotiva o cerimoniale. In pratica, un piccolo kit da cerimonia “ready to wear”. La determina, lunga e precisa come un trattato di diritto amministrativo, cita tutti i riferimenti normativi possibili, dal Codice dei Contratti al PIAO, passando per il DURC e l’ANAC. Ma non spiega l’enigma più grande:
perché un gonfalone che “deve essere disposto presso l’ufficio del Sindaco” ha bisogno della borsa per il trasporto e del cinturone per la parata? Forse — ipotizzano i più maliziosi — si tratta di una forma di previdenza simbolica: in tempi di crisi politica, è meglio che anche il gonfalone sia pronto a muoversi con agilità. O magari, più semplicemente, il Comune ha voluto garantire pari dignità tra gonfaloni, evitando discriminazioni tra quello “interno” e quello “da esterno”. Intanto, Roseto potrà vantare un gonfalone d’ufficio che, se non altro, è pronto a partire in missione in ogni momento — borsa al braccio, cinturone in vita e copriabito impeccabile.
Un simbolo di eleganza istituzionale… e di misteriosa mobilità araldica.

