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VALERIODIMATTIANei giorni scorsi, dopo un mio post in cui esprimevo solidarietà a un collega ristoratore vittima di una rapina e segnalavo le criticità sempre più evidenti sul fronte della sicurezza, la sindaca di Alba Adriatica ha diffuso un comunicato dai toni sorprendenti, in cui anziché rispondere ai contenuti sollevati, ha scelto di attaccare personalmente chi li ha formulati.
Ovvero, tutto si è risolto diffondendo affermazioni di inattendibilità rivolte direttamente contro il “nemico di turno”: Valerio Di Mattia.

Invece di confrontarsi sui temi — sicurezza, degrado urbano, ascolto delle categorie economiche — la sindaca ha preferito insinuare giudizi personali, accusandomi di “camaleontismo” e di alternare ruoli e sigle “a seconda dei temi”.
Un linguaggio che nulla ha a che vedere con il rispetto istituzionale, e che tenta di spostare l’attenzione dai problemi reali alle persone che li pongono.
Si tratta quindi di una aggressione mediatica immotivata e ingiustificata che tenta peraltro di mettere in discussione la mia onestà personale di fronte all’opinione pubblica.
Il fatto che chi tenti di portare a compimento certe manovre tanto velleitarie ed azzardate, indossi poi anche la fascia del sindaco, lascia comprendere a tutti quanto nel mio paese il ruolo istituzionale sia stato pervertito dall’attuale gestione amministrativa.

1️⃣ Le domande tuttavia restano sul tavolo — e il sindaco deve rispondere

Ripetiamole con chiarezza:
• Le telecamere sul lungomare sono attive e funzionanti?
• Gli ingressi alla città sono monitorati?
• Esiste un piano organico di sicurezza urbana o tutto si riduce a un osservatorio che non produce risultati?
• Quali risorse sono state concretamente destinate alla tutela del commercio e delle attività annuali?

A queste domande, che interessano ogni cittadino e imprenditore, non è arrivata alcuna risposta.
Solo un attacco personale, che non fa onore al ruolo istituzionale di chi lo pronuncia.

2️⃣ Partecipare non è un difetto

Svolgo il mio impegno in diversi ambiti: come imprenditore, come rappresentante di categoria, come attivista civico e come ambientalista.
Tutte esperienze collettive, vissute insieme a decine di cittadini e colleghi .
Le diverse attività di interesse non sono “sigle vuote”, ma comunità ben vive: la pagina di impegno civico Alba Rinascita, il Comitato per la difesa del Verde Pubblico Provinciale, l’associazione di impresa Confesercenti, l’Associazione culturale Aria Ristoratori d’Abruzzo.
Attraverso queste esperienze partecipo a ulteriori tavoli di cooperazione con il Gal della Pesca Abruzzo, il Gal Terreverdi Teramane, l’Università di Teramo, la Camera di Commercio Gran Sasso d’Italia, la Regione Abruzzo e diversi Comuni del territorio.

Chi finge di non riconoscere questo lavoro collettivo, di cui mi onoro di far parte, offende non me ma tutti coloro che vi partecipano ogni giorno.

3️⃣ La memoria corta

È opportuno ricordare che la stessa sindaca, negli anni passati, ha potuto beneficiare direttamente del mio impegno civico e politico.
Grazie al mio lavoro di mediazione e di coordinamento, fu possibile il suo rientro nel Partito Democratico, e lo stesso circolo albense mi aveva delegato a un ruolo di rappresentanza provinciale e di supporto alle strategie turistiche cittadine.
Non solo: la campagna elettorale che portò alla sua elezione nel 2018 fu costruita anche insieme a me, con un rapporto di fiducia e di collaborazione piena, quando i ruoli da me ricoperti in quel periodo erano addirittura ancora più numerosi e complessi di oggi.

Allora nessuno parlava di “camaleontismo”: anzi, quell’impegno diffuso era considerato una risorsa preziosa spesso utilizzata a supporto del sindaco stesso.
Oggi, solo perché lo stesso impegno non è più allineato alle necessità del sindaco, diventa improvvisamente sospetto.
Il sindaco oggi solleva dubbi ed ombre sulla stessa identica persona che ieri riteneva collaborativa ed encomiabile.
È una contraddizione che i cittadini sanno leggere benissimo — e che il sindaco dovrebbe smettere di cavalcare se vuole veramente, come afferma, ripristinare un confronto serio e franco sui temi e pervenire ad una discussione onesta per il bene della città.

Qui, chi inquina il confronto non sono sicuramente io ma chi sistematicamente esclude dalla discussione associazioni , comitati, individui a seconda delle posizioni e delle idee che questi legittimamente esprimono .

4️⃣ Ad Alba Adriatica la sicurezza non è un tema da rimuovere, il confronto è un tema da ricostruire.

Il mio post nasceva da un fatto preciso: un ristoratore rapinato nella nostra città.
Non si trattava di un “attacco”, ma di un grido d’allarme condiviso da tanti operatori economici, stanchi di lavorare in un clima di insicurezza e di abbandono.

Ma è necessario ricordare anche un dato di realtà:
• In otto anni di amministrazione, le categorie economiche non sono mai state convocate a un tavolo sicurezza comunale per affrontare i problemi del comparto economico .
• La commissione per le attività di promozione gastronomica, obbligatoria per regolamento comunale, non è mai stata nominata ed è stata volutamente ignorata dall’amministrazione Casciotti.
• La ristorazione è stata sistematicamente esclusa dai tavoli per la programmazione turistica.
• Solo dopo l’intervento dei sindacati di categoria — e non per iniziativa del Comune — la sindaca ha incontrato per la prima volta Confcommercio e Confesercenti, a causa dei problemi generati dai cantieri pubblici.
Ad oggi, si attende ancora la seconda convocazione per capire se e come si intenda procedere verso le soluzioni richieste.
• Il capitolo “commercio” del bilancio comunale è da anni fermo a zero e quindi impossibilitato a sostenere qualsiasi tipo di azione di valorizzazione.
• Il Comitato per la difesa del Verde Pubblico non è mai stato ricevuto dal Sindaco nonostante le ripetute richieste di confronto.
Il sindaco invece ha ricevuto le associazioni ambientaliste Conalpa e Rifiuti Zero che avevano avanzato la medesima richiesta, denotando una grave disparità di trattamento e l’esercizio di un palese pregiudizio istituzionale .

Questi sono fatti, non opinioni.
La sbandierata “attenzione” ed “imparzialità” dell’amministrazione verso le voci cittadine non trova riscontro nella realtà delle scelte attuate.
Anzi è avvenuto esattamente il contrario di quanto va improvvisamente affermando il sindaco.

5️⃣ Il rispetto istituzionale

Un sindaco rappresenta tutta la comunità, anche chi dissente.
Lo ricordiamo tutti (non solo noi) ad Antonietta Casciotti ormai da anni.
Utilizzare un comunicato ufficiale per delegittimare un cittadino che esercita il proprio diritto di parola è un episodio ancora una volta reiterato che conferma un pericoloso atteggiamento: quello di chi, anziché tutelare il ruolo istituzionale e la libertà di confronto, tenta di limitarli.
Il potere pubblico non dovrebbe mai temere le domande dei cittadini — semmai, dovrebbe farne tesoro.

6️⃣ In conclusione

Il confronto non è una concessione da parte delle istituzioni o degli umori del Sindaco Casciotti, né una possibilità da accordare in base alla convenienza politica del momento.
È un diritto sancito dal principio stesso di democrazia locale.

Chi oggi pone domande lo fa per amore della città, non per ambizione personale.
Il sindaco è tenuto a dare risposte nel merito e non a produrre le solite evasioni vittimistiche che utilizza unicamente per evitare un confronto serio e circostanziato.
A nulla serve denigrare il proprio interlocutore per poi aprirsi una via di fuga.
Un sindaco in fuga non piace a nessuno.

Alba Adriatica merita amministratori capaci di rispondere nel merito, non di reagire con stizza a ogni voce critica.
Il futuro si costruisce con l’ascolto, con i cittadini che sanno impegnarsi e non con il silenzio imposto per mere convenienze di apparato politico.
Inoltre la dignità delle persone non si tocca mai, soprattutto se l’autore di azioni denigratorie sta esercitando pro tempore un ruolo di rappresentanza istituzionale.

Sindaco Antonietta Casciotti rifletta bene sulla sua condotta e faccia tesoro delle nostre parole .

Valerio Di Mattia
un cittadino qualunque