

Ci sono sogni che nascono piccoli, tra le colline e le strade di un paese, e poi prendono il volo. Quello di Federico Rossi, 36 anni, teramano della frazione di Cannelli, è uno di questi.
Discendente di una storica famiglia di ristoratori – quella del celebre Duomo, punto di riferimento per generazioni di teramani – Federico ha sempre avuto nel sangue la curiosità e la passione per le cose fatte con cura, con dedizione, con amore. Dopo le elementari alla San Giorgio, le medie alla Zippilli e il liceo classico europeo al Delfico, Federico ha scelto una strada diversa da quella di famiglia, ma ugualmente legata all’arte: quella di costruire il futuro. Si è iscritto a Ingegneria Aerospaziale a Forlì, spinto dal desiderio di capire come funziona ciò che ci tiene sospesi tra la terra e l’infinito. Dopo esperienze in Avio e un master di alta specializzazione, ha deciso di fare il grande passo: fondare, insieme ad altri cinque soci, Pangea Propulsion, un’azienda che oggi progetta e produce motori per razzi e satelliti. Nata in un casolare spagnolo – quasi come una scommessa tra amici che volevano cambiare il mondo – Pangea Propulsion è diventata in pochi anni una realtà internazionale, con due sedi operative a Barcellona e Tolosa, 80 dipendenti, un volume economico di 25 milioni di euro e una visione chiara: rendere lo spazio più accessibile, più sostenibile, più umano. E nel cassetto, tra i prossimi obiettivi, c’è un sogno che profuma di casa: aprire una sede in Italia. “Magari proprio a Teramo”, sorride Federico, ogni volta che lo nomina. Forse è per questo che, per due giorni, lui e i suoi soci sono tornati dove tutto è cominciato. A Teramo, tra una passeggiata sul Gran Sasso, un pranzo di arrosticini a Campo Imperatore, e la chitarra sotto il cielo di Cannelli, a casa Rossi. È lì, tra quelle mura semplici e cariche di memoria, che il gruppo ha pianificato le nuove strategie, tra mappe stellari e profumo di legna. Perché in fondo, da Cannelli allo spazio, il passo non è poi così lungo: basta guardare in alto, ricordarsi da dove si viene, e continuare a credere che ogni sogno, se nutrito di passione e coraggio, può diventare propulsione. Oggi, grazie a Federico e ai suoi compagni di viaggio, le stelle sono un po’ più vicine. E portano con sé un accento dolce, quello di casa nostra.
ELISABETTA DI CARLO

