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IMG_4246.jpg È una Teramo da 67 mila abitanti, quella che il nuovo Puc (una volta lo si chiamava Prg) prevede, forse in maniera un po’ velleitaria - lo dicono gli stessi elaboratori, ma la visione di prospettiva prevede che si pensi in grande. Più realistica, almeno nel breve periodo, è la previsione dell’assessore Graziano Ciapanna, che ipotizza una crescita di cinquemila residenti in pochi anni. Una pianificazione, quella che da oggi si offre alla valutazione dei cittadini con un nuovo portale, e che questa mattina al Parco della Scienza è stata presentata col nuovo Piano Urbanistico Comunale di Teramo, che l’amministrazione ha scelto di raccontare con un nome evocativo — e un chiaro messaggio di identità — “Teramo è PIÙ – Piano di Innovazione Urbana”. Un progetto ambizioso, «che vuole segnare un cambio di rotta nella pianificazione cittadina e che mira a costruire una Teramo più sostenibile, più resiliente e più vicina ai cittadini». “Non è solo un piano urbanistico, ma una visione condivisa del futuro”, è stato il leitmotiv della giornata. Alla base del progetto, la volontà di superare l’idea di pianificazione come atto tecnico, per trasformarla in un processo partecipato che unisca sviluppo, ambiente, sicurezza e qualità della vita. Ad aprire i lavori è stato il sindaco Gianguido D’Alberto, che ha definito il Piano “un momento storico” per la città: “È un progetto che guarda avanti, che non si limita a regolare lo sviluppo urbano ma lo orienta verso sostenibilità, innovazione e partecipazione. Teramo è PIÙ significa una città che cresce, che protegge, che ascolta.”
Sei le strategie che danno corpo al progetto, come ha spiegato l’assessore Ciapanna; 
«Una città sicura e resiliente, capace di prevenire i rischi naturali e ambientali;
una città verde e blu, dove sostenibilità e adattamento climatico diventano criteri di pianificazione;
una città dell’abitare e della rigenerazione, che valorizza il patrimonio esistente e promuove la policentricità;
una città del lavoro, aperta a innovazione, impresa e ricerca;
una città della cultura, che trasforma le radici storiche in leva di crescita sociale ed economica;
e infine un contesto rurale e paesaggistico che ricuce il legame tra la città e il suo territorio agricolo e naturale».
Il nuovo Piano nasce anche dal contributo scientifico di tre università: la professoressa Rosalba D’Onofrio dell’Università di Camerino ha illustrato gli indirizzi metodologici; il professor Bernardo Cardinale dell’Università di Teramo ha presentato gli studi socioeconomici; mentre il professor Donato Di Ludovico dell’Università dell’Aquila ha curato il Quadro Conoscitivo e le Carte del territorio.
, che ha sottolineato il valore innovativo del Piano:
“Lo pensiamo come Piano di Innovazione Urbana - aggiunge l'assessore all’Urbanistica Graziano Ciapanna - perché propone un nuovo approccio: una città più vivibile, connessa, sicura e sostenibile. È un piano fondato sui dati, ma cresce attraverso il confronto e la partecipazione.”