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Nel film “Sliver” Sharon Stone scopre di vivere in un palazzo dove qualcuno osserva ogni sua mossa attraverso telecamere nascoste. Quello che sembrava solo un incubo da cinema è diventato realtà all’Aquila, dove dodici appartamenti di uno stabile nella zona ovest della città sono finiti al centro di un’inchiesta per spionaggio domestico. A far scattare le indagini è stata una studentessa fuori sede, che per caso ha notato un minuscolo obiettivo puntato su di lei nel bagno. Da quella scoperta inquietante è emersa una rete di microcamere piazzate in più abitazioni, tra salotti e camere da letto, dove vivevano studenti, sportivi e militari della Guardia di Finanza. Il sospetto è che i dispositivi servissero a registrare la vita privata degli inquilini. La polizia, dopo le prime perquisizioni, ha trovato tracce di un sistema collegato a un’unica rete. Il proprietario del palazzo, un 56enne del posto, è ora indagato. Un grande fratello reale, che ha trasformato la quotidianità in un set di sorveglianza clandestina.