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fotovoltaico sequestro
«Non c’è nessuna truffa, la Procura non sa neppure chi sono i componenti, ha preso dei nomi a caso, io sono l’ultima ruota del carro rispetto all’azienda…». 
Non vuole che si pubblichi il suo nome, il procacciatore d’affari teramano finito nell’inchiesta sulla maxitruffa del fotovoltaico. È solo denunciato, per ora, la legge gli riserva un diritto alla privacy in questa fase dell’indagine, ma vuole la sua e lo fa a certastampa: «…questa storia è un pallone gonfiato. I clienti sono al massimo 1.500, in provincia di Teramo sono appena 55 quelli che hanno aderito alla proposta di investimento».
Ma hanno perso tutto?
«No, a loro dico che il presidente ha predisposto un piano di rientro per ogni cliente . Quindi devono stare tranquilli».
Difficile stare tranquilli se c’è un’inchiesta…
«I tempi si sono allungati certo, ma il capitale lo riprenderanno sicuramente e con un interesse legale…».
Secondo la Guardia di Finanza, quello scoperchiato era un articolato sistema di truffe finanziarie a schema Ponzi, capace di coinvolgere migliaia di persone in tutta Italia. Gli inquirenti stimano in oltre 6 mila i risparmiatori raggirati, ma il numero reale potrebbe essere di gran lunga superiore. Secondo quanto emerso, il meccanismo era ormai collaudato: gli investitori versavano una quota iniziale di qualche migliaio di euro (15 mila erano quasi la prassi), convinti di entrare in un circuito di investimenti nel settore del fotovoltaico. In cambio, ricevevano la promessa di guadagni sicuri, che - nel caso di un investimento da 15mila - potevano arrivare a 35 mila euro nell’arco di tre anni. Per rendere credibile l’operazione, agli aderenti veniva effettivamente riconosciuta una prima “tranche” di interessi così da rafforzare la fiducia e spingerli a reinvestire somme ancora più consistenti. Ma secondo le Fiamme Gialle, quei rendimenti non provenivano da reali profitti, bensì dai versamenti di nuovi investitori, in perfetto stile Ponzi. Quando il flusso di denaro in ingresso ha iniziato a rallentare, il castello è crollato, lasciando migliaia di famiglie con i risparmi di una vita volatilizzati. Tra le persone raggiunte da perquisizione, appunto, il noto procacciatore d’affari teramano, molto inserito nella vita cittadina e provinciale. Nella sua abitazione, gli uomini della Guardia di Finanza hanno sequestrato documentazione contabile e il conto corrente personale. L’uomo, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, aveva lasciato un anno fa il suo impiego in un istituto bancario per dedicarsi completamente alla promozione di questi investimenti “verdi”, presentati come sicuri e redditizi. Le indagini della Guardia di Finanza proseguono per individuare tutti i canali di raccolta del denaro e le eventuali ramificazioni estere del sistema. Nel frattempo, gli inquirenti invitano chiunque ritenga di essere stato truffato a rivolgersi alle autorità per segnalare la propria posizione.