
Sono passati “solo” trentadue anni da quando mi divertivo col mio primo portatile: un coso grosso come una valigia, con due dischetti da 720K. Uno conteneva il sistema operativo, l’altro i programmi. Bastava scrivere in MS-DOS A:\>copy a: b: e mi sentivo un genio dell’informatica. Nessun mouse, nessuna icona: solo lettere bianche su sfondo nero e tanta pazienza.
Oggi invece parlano tutti di euro digitale, wallet, pagamenti con l’orologio (che uso pure io, eh, mica sono rimasto nel Pleistocene). Ma mi chiedo: un vecchietto di novant’anni, che deve fare? Imparare a pagare il caffè con la pupilla o arrendersi al contante di contrabbando? I ragazzi trascinano un’icona e risolvono tutto. Domani, probabilmente, basterà spostare le cose con le mani nel vuoto, o direttamente sul parabrezza dell’auto:
Oggi invece parlano tutti di euro digitale, wallet, pagamenti con l’orologio (che uso pure io, eh, mica sono rimasto nel Pleistocene). Ma mi chiedo: un vecchietto di novant’anni, che deve fare? Imparare a pagare il caffè con la pupilla o arrendersi al contante di contrabbando? I ragazzi trascinano un’icona e risolvono tutto. Domani, probabilmente, basterà spostare le cose con le mani nel vuoto, o direttamente sul parabrezza dell’auto:
“Alexa, parcheggia e copia la cartella C:\ nel cruscotto!”.
E noi, poveri nostalgici dei floppy, resteremo lì a raccontare di quando il “salva” si faceva davvero — e non in automatico.
Ai miei tempi c’erano i kilobyte, poi i megabyte, i gigabyte… adesso siamo ai terabyte e ai petabyte. Fra un po’ arriveranno i ma-siamo-matti-byte! E, a forza di crescere, un giorno finiranno per occupare pure la memoria della nonna. Eppure, in fondo, non era poi così male aspettare due minuti per caricare WordStar, o fare il backup su cinque dischetti numerati con l’etichetta scritta a mano. C’era qualcosa di romantico, quasi artigianale. Adesso se il telefono non apre un’app in mezzo secondo lo lanciamo contro il muro. Forse un giorno qualcuno premerà “Ctrl + Alt + Mondo” e farà un bel riavvio generale. E sai che ti dico? Forse non sarebbe nemmeno una brutta idea.
E noi, poveri nostalgici dei floppy, resteremo lì a raccontare di quando il “salva” si faceva davvero — e non in automatico.
Ai miei tempi c’erano i kilobyte, poi i megabyte, i gigabyte… adesso siamo ai terabyte e ai petabyte. Fra un po’ arriveranno i ma-siamo-matti-byte! E, a forza di crescere, un giorno finiranno per occupare pure la memoria della nonna. Eppure, in fondo, non era poi così male aspettare due minuti per caricare WordStar, o fare il backup su cinque dischetti numerati con l’etichetta scritta a mano. C’era qualcosa di romantico, quasi artigianale. Adesso se il telefono non apre un’app in mezzo secondo lo lanciamo contro il muro. Forse un giorno qualcuno premerà “Ctrl + Alt + Mondo” e farà un bel riavvio generale. E sai che ti dico? Forse non sarebbe nemmeno una brutta idea.
Silvio Falconi

