×

Avviso

Non ci sono cétégorie

ABRUZZ_NEPAL.jpgÈ di nove morti, cinque dei quali italiani, il bilancio di due distinti incidenti avvenuti negli ultimi giorni sulle vette himalayane del Nepal. Una violenta tempesta di neve e una valanga hanno travolto alpinisti impegnati in differenti spedizioni, trasformando l’avventura in tragedia. Le autorità nepalesi hanno confermato tra le vittime Alessandro Caputo e Stefano Farronato, impegnati nella scalata del Monte Panbari (6.887 metri). I due alpinisti erano dispersi dal 31 ottobre, quando si trovavano al Campo 1, a quota 5.000 metri. Le intense nevicate e il maltempo avevano reso impossibili le comunicazioni e i tentativi di soccorso.
La Farnesina, in una nota ufficiale, ha confermato il decesso, esprimendo cordoglio alle famiglie e assicurando la massima collaborazione con le autorità locali per il rimpatrio delle salme.

UNA VALANGA SULLO YALUNG RI

In un’altra zona del massiccio, una valanga ha colpito lunedì scorso un gruppo di 12 alpinisti al campo base del picco Yalung Ri (5.630 metri), nel Nepal centrale.
Secondo quanto riferito da Phurba Tenjing Sherpa, responsabile dell’organizzazione Dreamers Destination, la tragedia ha causato sette vittime: tre italiani, due nepalesi, un tedesco e un francese. “Ho visto tutti e sette i corpi”, ha dichiarato lo sherpa all’agenzia AFP.

I superstiti, due alpinisti francesi e due nepalesi, sono stati tratti in salvo e trasferiti in elicottero a Kathmandu nella mattinata di martedì, come confermato da Gyan Kumar Mahato, ufficiale di polizia del distretto di Dolakha.

DISPERSI DUE ABRUZZESI

Tra gli italiani ancora dispersi ci sono Paolo Cocco e Marco Di Marcello, entrambi abruzzesi, impegnati in un’altra spedizione sul massiccio himalayano.
Il Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha dichiarato di seguire con la massima attenzione l’evoluzione della situazione, in costante contatto con la Farnesina e con le autorità nazionali competenti.

“Stiamo seguendo l’evoluzione minuto per minuto – ha dichiarato Marsilio –. La priorità è ricevere notizie certe e attendibili e mantenere un coordinamento costante con il Ministero degli Affari Esteri.”

Marco Di Marcello, originario di Villa Zaccheo, aveva già partecipato a diverse spedizioni in Nepal, spesso insieme all’alpinista Gaetano Di Blasio, che abbiamo intervistato per raccogliere la sua testimonianza e il ricordo del compagno di cordata.

Paolo Cocco, originario di Fara San Martino (Chieti), è un fotografo conosciuto per i suoi reportage e per il profondo legame con la montagna. Vicesindaco del suo paese dal 2011 al 2016, aveva già partecipato a diverse spedizioni in Nepal.
Solo pochi giorni prima della partenza, il 22 ottobre, scriveva sui social:
“-2 giorni alla partenza. La trepidazione cresce, ogni pensiero è già lassù. Non è solo una spedizione, è un viaggio di incontri, di immagini, di montagne, di persone. Un cammino di condivisione, sotto lo stesso cielo”.

 Marco Di Marcello, biologo e alpinista originario del teramano: Villa Zaccheo (Castellalto), è un appassionato di alta quota e di esplorazioni internazionali. Il 24 ottobre aveva salutato amici e sostenitori con un messaggio semplice e diretto: “Pronti. Partenza. Via. Ci vediamo a Kathmandu!”.