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Screenshot_2025-11-07_alle_05.35.55.pngPer anni avrebbe riscosso a mano le tasse comunali, promettendo di “sistemare tutto lui”, ma quei soldi non sarebbero mai arrivati nelle casse pubbliche. Un dipendente del Comune di Pineto, 64 anni, Costantino Pelusi è finito davanti al giudice con accuse pesanti: truffa aggravata, peculato, falso materiale, usurpazione di funzioni pubbliche e tentata violenza privata. L’uomo, conosciuto da tempo da commercianti e residenti, agiva come agente di riscossione, incassando in contanti somme dovute per la Tari. Solo quando l’Agenzia delle Entrate ha iniziato a recapitare avvisi di pagamento e more, le presunte vittime hanno capito che qualcosa non tornava. Secondo le indagini, il dipendente avrebbe emesso false quietanze di pagamento, fotocopiate e intestate alla società incaricata della riscossione tributi. In alcuni casi, avrebbe perfino gonfiato gli importi dovuti. Circa trenta le persone coinvolte, tra cittadini e titolari di attività. Quattro di loro si sono costituite parte civile insieme al Comune. In un caso, una commerciante si è ritrovata a dover versare quasi il doppio dell’importo originario. L’indagine ha portato anche a un sequestro di beni da 55mila euro, ritenuti profitto illecito. Dopo l’esplosione del caso, il dipendente è stato trasferito a un altro ufficio. Ora dovrà difendersi in tribunale da accuse che mettono in ombra il suo passato di “riscossore di fiducia”.