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TiktokL’Aquila è diventata, nelle ultime settimane, una delle mete più raggiunte da giovani migranti provenienti da Pakistan e Afghanistan. Il fenomeno, nato da informazioni circolate sui social, ha innescato un flusso crescente di persone che raggiungono il capoluogo abruzzese con l’obiettivo di avviare la richiesta di protezione internazionale. Ogni giorno, davanti alla Prefettura, si radunano decine di richiedenti asilo con pochi effetti personali. Molti passano la notte all’aperto, sotto pensiline o su panchine, poiché le strutture di accoglienza disponibili risultano ormai completamente sature. Dopo un primo gruppo di circa 25 persone, gli arrivi si sono moltiplicati fino a superare la quarantina, rendendo necessaria la convocazione di un vertice d’urgenza tra Prefettura, forze dell’ordine e Comune. Il sindaco Pierluigi Biondi ha ribadito la posizione dell’amministrazione: «L’Aquila non può farsi carico dei flussi migratori dell’intero Paese. L’accoglienza deve essere gestita con serietà e coordinamento». Pur sottolineando la tradizione solidale e inclusiva della città, il primo cittadino ha parlato di una gestione «opaca e improvvisata» dell’emergenza, accennando anche a possibili speculazioni sulla vicenda. Le sue dichiarazioni, scrive Il Messaggero, hanno acceso lo scontro politico. Il Partito Democratico ha replicato invitando il sindaco a presentare eventuali denunce formali e annunciando la richiesta di un incontro urgente con il prefetto Giancarlo Di Vincenzo, oltre al coinvolgimento del Ministero dell’Interno e del Governo. «Serve chiarezza e un intervento istituzionale, non polemiche», hanno dichiarato i rappresentanti del partito. Nel frattempo, la solidarietà dei cittadini non si è fatta attendere: associazioni e volontari si stanno mobilitando per offrire cibo, coperte e un primo supporto a chi è arrivato in città, mentre il flusso dei migranti continua, alimentato da quella che molti definiscono una nuova rotta digitale diretta verso il cuore dell’Abruzzo.