

Quella che doveva essere una riunione operativa per fare finalmente chiarezza sull’area camper mai ultimata a Teramo si è trasformata, ancora una volta, in una rappresentazione tragicomica che rasenta la farsa. Da un lato i rappresentanti del Comune – l’assessore Mimmo Sbraccia, il dirigente Pierluigi Manetta, il funzionario Remo Bernardi e un’impiegata – dall’altro una delegazione di camperisti esasperati. In mezzo, la solita montagna di promesse uguali a quelle pronunciate negli ultimi anni.
Prima ancora che il Comune aprisse bocca, la delegazione dei camperisti si è resa protagonista di un teatrino che la dice lunga sul caos che circonda questa vicenda. I presenti hanno iniziato a discutere tra loro sulla “linea” da tenere nella discussione. Chi voleva il pugno duro, chi preferiva la diplomazia, chi lamentava di non essere stato consultato. Insomma: un fronte che si presentava come unito e combattivo e che invece si è liquefatto in pochi minuti. Dall’altra parte del tavolo, il Comune. Che, come in un disco che salta sempre sullo stesso punto, ha ripetuto la litania già ascoltata negli anni: i lavori procedono, l’area camper aprirà, serve ancora un po’ di tempo. Una promessa già sentita così tante volte che ormai ha perso ogni credibilità agli occhi di chi aspetta fatti, non parole. Lo stesso assessore Sbraccia, l'unico che sembra davvero volersi impegnare nel risolvere al più presto questa questione, ereditata al suo ingresso in assessorato, sembra scontrarsi contro il muro dei rinvii eretto dalla burocrazie comunale. A rendere il clima ancora più grottesco, ci ha pensato il dirigente Pierluigi Manetta che ha letteralmente “cacciato” la giornalista di Certastampa per evitare riprese indesiderate. Non solo: è stata persino imposta la chiusura della porta a chiave, un gesto che ha lasciato l’ambiente pesante e surreale. Un atteggiamento difficile da definire istituzionale. Anzi. A fine riunione, uno dei camperisti è uscito sbattendo metaforicamente la porta e lasciando un commento che riassume perfettamente il sentimento generale: «Tutti matti. A Teramo, per colpa di questa gente, non si farà mai un’area camper… e sempre per colpa di questa gente pagata da noi nessuno vuole più votare.» Una frase dura, certo, ma che fotografa bene lo sconforto di chi, dopo anni di attese e rimbalzi di responsabilità, non vede né la fine dei lavori né una classe dirigente capace di gestire una questione tanto semplice quanto trascinata all’inverosimile.

