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DELFICOSEQUESTRATOOKI giudici del tribunale di Teramo: Gip Procaccini e Pm Rosati hanno confermato ieri il mantenimento del sequestro del complesso “Delfico”, ritenendo non ancora soddisfatte le condizioni minime di sicurezza strutturale richieste dalla normativa antisismica vigente. Nelle motivazioni, i magistrati richiamano infatti gli standard definiti dalle NTC, secondo cui per la valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici esistenti è necessario garantire un indice di sicurezza (IS-V) adeguato in relazione alla classe d’uso del fabbricato e al livello di intervento effettuato.

Secondo il documento tecnico prodotto, l’intervento proposto dalla proprietà non raggiunge il livello minimo di miglioramento necessario. Il valore del coefficiente di sicurezza nei confronti dell’azione sismica risulterebbe infatti ancora inferiore alla soglia del 0,6, parametro che – per gli edifici destinati a funzioni pubbliche o aperte al pubblico – rappresenta un requisito imprescindibile. I giudici hanno sottolineato che ogni intervento di riparazione o manutenzione straordinaria deve garantire un incremento reale e documentato della capacità di risposta dell’edificio a un potenziale evento sismico.

Proprio questa mancata conformità, unita alla necessità di ulteriori verifiche integrative, ha spinto il tribunale a respingere l’istanza di dissequestro. In altre parole, allo stato attuale l’immobile non può essere considerato idoneo a tornare in esercizio senza ulteriori lavori di miglioramento strutturale, motivo per cui il provvedimento di sequestro rimane pienamente valido. Per i magistrati, la controperizia della Provincia è "incompleta e non condivisibile".

Una decisione destinata a fare discutere, soprattutto in un contesto in cui la sicurezza del patrimonio edilizio e la tutela dell’incolumità pubblica restano elementi centrali dell’azione giudiziaria e amministrativa.

EdC